CASTELLAMMARE DI STABIA. In risposta alle voci correnti e ai comunicati diramati nelle ultime ore da alcune associazioni a sfondo politico, relativi alle condizioni di degrado di Villa Gabola, il presidente della IV circoscrizione del rione San Marco, Ciro Massa, ha illustrato nei particolari la situazione attuale in cui versa il parco pubblico in questione.
“Chi ha parlato a sproposito di Villa Gabola evidentemente non conosce nei particolari la realtà da noi rappresentata istituzionalmente ha detto il presidente e si è fermato allo scatto di qualche foto, forse distratto da altri interessi. Se sulla questione fosse stato coinvolto il consiglio circoscrizionale, sicuramente sarebbero venuti fuori i numerosi progetti esistenti sul polmone verde del quartiere. Il parco sarà difatti risistemato e la struttura al suo interno riqualificata per ogni genere di attività.
Inoltre, il comunicato diramato, secondo me ha continuato Massa offende il lavoro di volontari e associazioni che stanno dedicando il massimo impegno a Villa Gabola. I numerosi eventi estivi organizzati dallassociazione anziani Il Sorriso, ad esempio, hanno saputo accendere i riflettori su una realtà importante da sfruttare con continuità, come anche altre zone verdi allinterno del quartiere. In questi mesi abbiamo avuto una Villa Gabola tirata a lucido più volte grazie anche alla cooperativa Cogeco che opera allinterno del parco. Qui abbiamo affrontato temi come il disagio avvertito da anziani e dai giovani, eventi da non sottovalutare, quindi.
Invitiamo per tali motivi ha concluso il presidente a rispettare i ruoli altrui senza strumentalizzare le cartacce in terra. Bisogna si evidenziare le esigenze dei cittadini ma cè la necessità soprattutto di fare proposte anche alternative a quelle presentate dallamministrazione. Questo consiglio è sempre a disposizione per un confronto e per elaborare insieme nuove iniziative. Concludo: stiamo facendo di tutto affinché Villa Gabola resti frequentabile in attesa dellavvio dei lavori, e siamo ben coscienti del tanto che cè ancora da fare.