Blocco trasferte: “Si danneggia la parte sana dei tifosi”

di Redazione

I tifosi alla stazione di RomaNAPOLI. “I gravi fatti di violenza che si sono verificati domenica, in occasione della partita di campionato Roma-Napoli, perpetrati da un gruppo di sedicenti tifosi del Napoli, sono intollerabili e inaccettabili in primo luogo per i veri tifosi della squadra azzurra”.

Lo afferma un gruppo di tifosi del Napoli della città di Acerra: Antonio Mariniello, medico chirurgo; Pasquale Marangio, avvocato dipendente inail; Antonio Ragosta, medico ospedaliero; Gaetano La Montagna, ingegnere; Modestino Crispo, imprenditore; Gennaro Mariniello, medico chirurgo; Vincenzo Crimaldi, medico chirurgo; Bruno Nocerino, imprenditore; Nicola Bruno e Gaetano Maisto, imprenditori, Vicepresidenti Acerrana Calcio Femminile; Vincenzo Di Sarno, calciatore; Andrea Petrella, addetto stampa Comune Acerra.

“Lo Stato, – continuano in una nota – in tutte le sue articolazioni, ha il dovere di andare oltre i liturgici e periodici proclami, predisponendo, in modo concreto e sistematico, tutte le iniziative e i provvedimenti normativi, amministrativi e giudiziari indispensabili per reprimere e cancellare, sul serio, questo fenomeno. La cronaca in questi anni testimonia, ogni domenica, che gli episodi di violenza organizzata e premeditata da parte di gruppi non ha confini e nessuna città è immune. Tutto il sistema calcio rischia, pertanto, se non vengono individuate e punite le responsabilità individuali, di cadere sotto il giogo ricattatorio di questi gruppi. Deve essere chiaro, quindi, che i principali danneggiati sono la Società guidata dal Presidente De Laurentis e l’intera tifoseria napoletana, la quale vive da anni con sconcerto la degenerazione violenta di una parte residuale e infima del “tifo organizzato”, a partire dai tragici fatti di Avellino, in cui perse la vita il giovane Sergio Ercolano. Proprio per questi motivi, le misure annunciate, con enfasi e accenti discutibili verso la città di Napoli e i “napoletani”, nella giornata di ieri, rischiano di essere inadeguati per un verso e discriminatori dall’altro, se si considerano gli episodi, seppur meno rilevanti, che si sono verificati nel fine settimana a Genova e Torino e quelli gravissimi dell’anno scorso, dove le tifoserie di Roma e Lazio assalirono caserme e presidi della Forze dell’Ordine e a Bergamo fu impedito lo svolgersi della partita Atalanta-Milan. Se esiste un’associazione a delinquere, con un lucido disegno criminoso e interessi illeciti, dietro i quali si nasconderebbe la camorra, come sostiene il Capo della Polizia Manganelli, sono allora necessarie attività investigative appropriate e intransigenti misure repressive previste dal nostro ordinamento penale. Lo Stato, tuttavia, ha anche il dovere di tutelare tutti i veri tifosi del Napoli, che non sono cittadini con minori diritti. Il provvedimento di vietare le trasferte o giocare le partite a porte chiuse colpisce indiscriminatamente proprio la parte sana della tifoseria e la società del Napoli, che potrebbe essere, in realtà, uno degli obiettivi del disegno criminoso. Su questo chiediamo parole altrettanto chiare e ferme al Governo e a tutte le Istituzioni, anche quelle locali”.

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