Crimini finanziari, convegno GdF-Consolato Usa

di Redazione

Gen. D. Vito BardiNAPOLI. Si è tenuto oggi, presso la Caserma “Zanzur”, un convegno di studi sulle strategie e tecniche investigative a contrasto dei crimini economico-finanziari internazionali.

L’evento, organizzato dal Consolato Generale degli Stati Uniti di Napoli in collaborazione con il Comando Regionale della Guardia di finanza, è stato presieduto dal Console Generale Aggiunto, dottoressa Amy Bliss, e dal Comandante Regionale Campania, Gen. D. Vito Bardi. Relatrice, Mrs. Judith F. Kozlowsky del Dipartimento di Giustizia, attualmente Chief Counsel presso la Financial Industry Regulatory Authority (Finra) a Washington, introdotta dal Procuratore aggiunto della Repubblica e coordinatore della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, Franco Roberti. All’evento sono intervenuti i massimi rappresentanti della Magistratura e delle Forze di polizia della città nonché docenti universitari esperti della materia, nonché investigatori della Guardia di finanza che operano nel contrasto dei crimini economico-finanziari trasnazionali ed, in particolare, nella lotta ai fenomeni delle frodi fiscali e doganali, della contraffazione dei marchi, del falso nummario nonché alle truffe perpetrate all’interno dei mercati finanziari ai danni dei piccoli investitori.

L’intervento del generale Bardi

Autorità civili e militari, signore e signori, gentili ospiti,

rivolgo, a nome della Guardia di finanza e mio personale, un cordiale saluto e il più sentito ringraziamento per essere intervenuti al presente convegno presso la Caserma Zanzur, struttura anticamente utilizzata dalla dogana borbonica e oggi sede del Comando Interregionale dell’Italia Meridionale e del Comando Regionale Campania.

Desidero porgere un particolare ringraziamento al Consolato Generale degli Stati Uniti d’America di Napoli, qui rappresentato dal Console Generale Aggiunto Mrs. Amy Bliss, per aver voluto organizzare l’evento in collaborazione con il Corpo.

Un grazie di cuore anche al dott. Roberti per la sua cortese disponibilità a fornire un contributo al tema oggi in trattazione, strettamente legato all’attività che la magistratura inquirente partenopea, con straordinaria professionalità, svolge quotidianamente contro la criminalità organizzata.

Oggi, come tutti ben sappiamo, la criminalità economico-finanziaria opera anche a livello internazionale, cogliendo le opportunità offerte dal mercato globale, e costituisce una grave minaccia alla tenuta delle istituzioni economiche e democratiche degli Stati.

Da ciò, l’assoluta necessità di condurre azioni di contrasto, soprattutto sul versante economico e finanziario, sia per assicurare corrette dinamiche di mercato e di sviluppo, sia per privare la criminalità stessa della propria indispensabile linfa vitale.

La gravità di tale emergenza è stata già rilevata dalla Comunità internazionale, al punto di pervenire alla definizione del c.d. “reato transnazionale” in seno alla Convenzione delle Nazioni Unite di Palermo del 15 novembre 2000, ratificata nel nostro ordinamento dall’art. 3 della Legge n. 146 del 16 marzo 2006.

In tale quadro, l’iniziativa odierna costituisce un’importante occasione di scambio di conoscenze tra organi che – su diversi fronti, ma con uno scopo comune – operano per la prevenzione e la repressione della perniciosa tipologia di illeciti, oggetto del simposio.

Come noto, tali reati sono correlati a fenomeni criminali la cui intrinseca e peculiare complessità viene ampliata in termini esponenziali dalla loro transnazionalità; si pensi, ad esempio, alla contraffazione dei marchi, al falso nummario, alle frodi fiscali e a quelle doganali, nonché alle truffe perpetrate all’interno dei mercati finanziari ai danni dei piccoli investitori.

Per l’estrema rilevanza e la straordinaria attualità dell’argomento da trattare, come emerge anche dalla cronaca giudiziaria di questi giorni, non intendo sottrarre tempo prezioso all’autorevole relatrice Mrs Kozlowski; consentitemi però solo di sottolineare come la Guardia di finanza, alla luce del ruolo di polizia economico-finanziaria confermato dal D.lgs. n. 68/2001, sia particolarmente coinvolta nella lotta ai fenomeni criminali transnazionali a carattere economico e, quindi, interessata allo sviluppo di una collaborazione internazionale sempre più intensa e qualificata.

Infatti, nel quadro di tale strategia istituzionale, solo per citare le principali proiezioni internazionali del Corpo, la Guardia di finanza:

a. ha distaccato dodici ufficiali presso le più importanti rappresentanze diplomatiche italiane all’estero;

b. ha destinato ufficiali di collegamento presso le Istituzioni internazionali competenti per il contrasto alle violazioni in materia economico-finanziaria;

c. ha sottoscritto numerosi accordi bilaterali con omologhi organismi di altri Paesi;

d. attua un notevole scambio di informazioni, nell’ambito della cooperazione amministrativa internazionale, con gli organi antifrode dei paesi dell’Unione europea;

e. partecipa, insieme all’Agenzia delle Dogane, all’iniziativa C.S.I. (Container Security Iniziative), che ha lo scopo dell’analisi preventiva delle spedizioni di merci verso gli Stati Uniti d’America, per finalità antiterrorismo.

In particolare, per quanto concerne quest’ultimo versante, la Guardia di Finanza completa e rafforza l’apparato investigativo antiterrorismo attuato dalle altre Forze di Polizia. All’azione repressiva tradizionale, infatti, il Corpo affianca lo sviluppo di indagini preventive e collaterali sui flussi finanziari che alimentano gli investimenti dei gruppi criminali nazionali ed internazionali[1].

Preme comunque evidenziare che tutte queste iniziative si muovono nell’ottica di accrescere l’efficacia delle investigazioni patrimoniali e finanziarie condotte dalle unità operative del Corpo, che sono orientate in via prioritaria ad aggredire le disponibilità economiche di origine criminale e a ricercare i canali utilizzati per il riciclaggio ed il reimpiego dei guadagni illeciti, nonché per contrastare il finanziamento al terrorismo internazionale.

Tale attività si è concretizzata nei primi nove mesi di quest’anno, a livello nazionale:

– nell’approfondimento di n. 5.453 segnalazioni per operazioni sospette;

– in n. 551 ispezioni antiriciclaggio;

– ispezioni e indagini nei confronti di 289 agenti “money transfer” ;

– n. 279 accertamenti in materia antimafia a carico di 1.428 persone fisiche e giuridiche, consentendo il sequestro di beni per un valore complessivo superiore a 1,5 miliardi di euro.

Concludo nella certezza che l’incontro di oggi offrirà significativi spunti propositivi per rafforzare il livello di collaborazione e per sviluppare ogni possibile sinergia operativa tra gli organi investigativi statunitensi, la Guardia di finanza e tutti gli altri attori istituzionali, qui presenti, impegnati sul stesso fronte della difficile lotta ai crimini economico-finanziari internazionali.

Grazie. Cedo la parola al Console Generale Aggiunto Mrs Amy Bliss.


[1] Ai fini del contrasto del fenomeno del terrorismo sotto il profilo finanziario, il Corpo, tra l’altro, assicura, in sede interforze, il proprio contributo mediante la partecipazione al Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo (C.A.S.A.), espletando compiti di analisi e valutazione delle notizie, fornite dal Dipartimento di Pubblica Sicurezza, di particolare rilievo sul terrorismo interno ed internazionale.

In tale contesto, vengono periodicamente pianificati controlli preventivi antiterrorismo nei confronti di agenzie di money transfer, indirizzati e coordinati dal Nucleo Speciale Polizia Valutaria, così assumendo la veste di ispezioni antiriciclaggio.

In particolare, i Nuclei di Polizia Tributaria, una volta ricevuta l’attivazione del piano “C.A.S.A.” da parte dell’Organo centrale, individuano i possibili obiettivi d’intervento, comunicandoli al citato Nucleo Valutario ai fini del rilascio dell’apposita delega per l’esecuzione dell’ispezione.

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