CASTELLAMMARE DI STABIA (Napoli). Con larrivo della stagione invernale sono sempre più i cittadini che decidono di ricorrere ai vaccini per evitare di contrarre linfluenza.
Questanno, poi, si attendono ceppi virali nuovi, probabilmente provenienti dalla Cina, potenzialmente più aggressivi, anche su chi si è vaccinato gli anni passati. Allora avanti con i vaccini, che, soprattutto per gli anziani sopra i 65 anni, rappresentano una tappa quasi obbligata. Inoltre, il momento migliore per farsi vaccinare è proprio il periodo che va da fine ottobre ad inizio novembre, atteso che la massima circolazione dei virus influenzali è prevista nei mesi di gennaio e febbraio e che la protezione si sviluppa dopo due settimane dall’iniezione e si mantiene per circa sei mesi. Tuttavia, per la città di Castellammare di Stabia e per tutti i comuni appartenenti allAsl Na 5, la campagna di vaccinazione parte in ritardo.
Ai medici di base spiega Antonio Sicignano, vicepresidente regionale dei Circoli della Libertà della Campania – ad oggi non sono ancora arrivati i vaccini e forse non arriveranno nemmeno per la seconda settimana del mese. Ciò in quanto – continua – le richieste alle ditte farmaceutiche, da parte dellAsl Na 5, sono partire inspiegabilmente solo in data 28 ottobre 2008. E pensare che la prevenzione antinfluenzale, preorganizzata dalla Regione in collaborazione con il Ministero al Welfar, doveva partire dal 27 ottobre 2008. Vi è il grosso rischio aggiunge – che se il vaccino antinfluenzale viene fatto in ritardo, la protezione anticorpale si sviluppa anchessa in ritardo, con grossi rischi di efficacia del medicinale. Sicignano conclude: Linfluenza oggi viene percepita dalla popolazione come una malattia benigna. Invece, secondo l’Istituto superiore di sanità, l’eccesso di mortalità che si registra ogni anno in Italia durante il periodo influenzale è di 8mila persone (l’84% riguarda gli over 65). I decessi dovuti a polmoniti come complicanza di una malattia influenzale sono invece mille ogni anno. Per non parlare poi del notevole impatto sociale prodotto dalla detta patologia influenzale, a causa del quale, ogni anno, si producono assenze da scuola o da lavoro e ricoveri ospedalieri per complicanze respiratorie e cardiovascolari.