NAPOLI. Il futuro delle aziende e dell’agricoltura, per gli agricoltori meridionali e campani, risiede nel potenziamento della qualità.
Per le nuove generazioni lo sviluppo del sistema agroalimentare debba essere veicolato, in primo luogo, dalla produzione di qualità: il 13,3% indica l’agricoltura biologica; seguono la sicurezza alimentare dei prodotti (12,4%), le colture e prodotti innovativi (7,0%) e la certificazione della qualità aziendale (6,4%).
Cosi è intervenuto Rosario Lopa che, in rappresentanza del Sottosegretario all’Agricoltura, Antonio Buonfiglio, ha partecipato alla giornata conclusiva, alla Mostra D’Oltremare di Napoli, di Agrosud 2009. E’ un percorso non facile, sottolinea Lopa, dal momento che anche la produzione di prodotti tipici risulta ancora limitata: solo il 10% ha produzioni garantite e protette e il 27,3% ha produzioni doc.
C’è invece una forte sensibilità per la formazione delle risorse umane – che rappresenta un importante investimento per lo sviluppo di un’azienda – oltre che per l’uso delle nuove tecnologie e dell’informatica. Circa i 2/3 delle aziende secondo il campione di un istituto,hanno una superficie agricola utilizzata inferiore ai 50 ettari. La maggior parte utilizza una superficie compresa tra 1 e 10 ettari (32,1%) o tra i 10 e i 50 ettari (29,1%).
Le aziende agricole che dispongono di una superficie agricola utilizzata superiore ai 100 ettari sono appena l’11,1%. Il 70,4 per cento e’ proprietaria dei terreni, il 18,3% ne possiede parte ed è affittuario dell’altra; solo il 9,8% e’ affittuario. Prevale la forma di conduzione diretta (87,5%), mentre nel 9,2% si fa ricorso a manodopera extra-familiare per i lavori agricoli. E’ quasi sparita la mezzadria (0,5%).
Le aziende sono a dimensione prevalentemente familiare (40,8%), il 33,9% e’ a manodopera mista; quella extra-familiare e’ utilizzata dal 18,9%. Per le produzioni, al primo posto figura la viticoltura (20,7%), seguono le coltivazioni di cereali (17,4%), olive (13,7%), frutta (10%), ortaggi (7,5%); per l’allevamento la percentuale varia dall’1% (allevamento ovino/caprino) al 3,9% (allevamento suino).
L’agricoltura italiana e campana in particolare, ribadisce l’esponente dell’Agricoltura, ha un gran bisogno di altri giovani, ma il vero ricambio generazionale, secondo Lopa, potrà avvenire solo se si faranno investimenti cospicui concentrando tutte le risorse, i fondi strutturali gestiti dalle regioni, le riserve di quote della politica agricola comune e di tutti gli incentivi alla qualità in questo senso. E poi c’è da valorizzare il ruolo di Napoli come città di scambio e fare in modo che fiere come queste diventino il punto d’incontro fra gli operatori del settore, per aumentare i risultati economici.
In mattinata, l’esponente della Consulta Nazionale dell’Agricoltura ha partecipato al Farmers Market in Villa Comunale a Napoli, organizzato dalla Coldiretti Campana, dove intrattenendosi con i dirigenti, agricoltori, consumatori e cittadini, Lopa ha suggerito l’importanza di sostenere l’economia locale, scegliendo i prodotti del territorio a chilometro zero,facendo gli sforzi necessari per creare una forte alleanza tra consumatori di città e piccoli produttori.
I Farmers Market, che permettono contatto diretto tra agricoltori e consumatori, sono solo un inizio, ma sono comunque un segnale di speranza e di cambiamento che comincia a diffondersi anchein America e in Europa.