CASTELLAMMARE DI STABIA. Lassessore al Turismo della Regione Campania, Claudio Velardi, apre alla proposta avanzata dai Circoli della Libertà della Campania, relativa allipotesi di allocare allinterno della Reggia di Quisisana un Casinò.
E quanto emerge da una intervista rilasciata dal rappresentante della giunta regionale alla giornalista, Tiziana Petrecca, del quotidiano on-line Napoli.com.
«Ho sempre pubblicamente affermato spiega Velardi – che non ho remore personali su un investimento di questo tipo e che non considero affatto un possibile turismo da Casinò un turismo di serie B, rispetto a quello culturale, che gira intorno a mostre,archeologia, arte e spettacoli. In ogni caso rispetto ad un più ampio progetto di valorizzazione della Baia di Napoli, intorno ai nodi centrali mare, natura, archeologia, non considero al momento una strada praticabile da parte del nostro Assessorato questa ipotetica destinazione duso».
Dal canto suo Antonio Sicignano, vicepresidente dei Circoli della Libertà della Campania e presidente del Circolo stabiese, insiste. «In parlamento spiega – si sta lavorando ad una legge che liberalizzi il settore, prevedendo, oltre ai quattro già esistenti, altri casinò in tutta Italia. Una opportunità per essere al passo con un Europa che avanza guardando e progettando il futuro, mentre l’Italia è sempre in coda e improduttiva. I casinò italiani sono quattro contro i 188 della Francia, i 150 della Repubblica Ceca, i 131 della Gran Bretagna, i 125 dell’Estonia, i 70 della Germania, i 35 della Spagna, i 20 della Croazia, i 17 della Svizzera, i 12 dell’Austria, gli 11 dell’Olanda, i 10 della Slovenia, i 9 della Grecia e gli 8 di Portogallo e Belgio. Nel 2008 i casinò di Campione, Saint Vincent, Sanremo e Venezia hanno realizzato un introito di 562 milioni di euro, attirando 3,5 milioni di visitatori».
Sicignano conclude: «Devo dare atto al Presidente Michela Vittoria Brambilla, attuale sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega al Turismo, di aver compreso per prima che i Casinò garantiscono alle nostre strutture ricettive di poter competere con quelle degli altri Paesi europei».