Camorra, controllavano sale bingo e scommesse: 36 arresti

di Redazione

Guardia di FinanzaNAPOLI. Una massiccia operazione, che ha visto impegnati 500 uomini del Gico della Guardia di Finanza di Napoli e dello Scico, ha portato all’esecuzione di 36 ordinanze di custodia cautelare disposte dalla Dda di Napoli e al sequestro in tredici città italiane di beni per 150 milioni di euro.

Disarticolata un’organizzazione criminale che controllava imprese nel settore dei giochi pubblici, come il bingo e la raccolta di scommesse sportive ed ippiche. In tre anni di indagini sono stati individuati 87 responsabili, tra esponenti della camorra e imprenditori, oggi tutti indagati. Sarebbero coinvolti anche elementi contigui al clan dei Casalesi, dei Misso, dei Mazzarella e di numerose cosche della città e della provincia di Napoli, nonchè del clan mafioso dei Madonia.

I reati contestati vanno dall’associazione di tipo mafioso, all’estorsione, alla truffa allo Stato, al riciclaggio di denaro sporco, alla corruzione di pubblici ufficiali.

Il sequestro ha riguardato 100 immobili, 104 autoveicoli, 140 quote societarie per un valore di oltre 150 milioni di euro. Diverse le sale bingo sotto sequestro tra le quali quelle di Cassino, Milano viale Zara, Cernusco sul Naviglio, Lucca, Padova, Brescia, Cologno Monzese, Cremona, nonchè altre sale in provincia di Caserta e Frosinone. La finanza ha sequestrato infine la società Betting 2000, che sviluppa un alto volume di affari a livello nazionale nel settore delle scommesse sportive.

Le indagini ruotano intorno alla organizzazione costituita da Renato Grasso, più volte, sin dagli inizi degli anni ‘90, coinvolto in inchieste per legami con clan della camorra e in particolare con il clan dei Casalesi. A lui, secondo le indagini, venivano affidate le somme di danaro fornite dalle organizzazioni malavitose che poi attraverso un sistema di “scatole cinesi” venivano impiegate nella realizzazione di sale bingo.

Arrestati anche tre carabinieri. Il maresciallo Pietro Bruno è accusato di una fuga di notizie avvenuta nel novembre del 2006: sarebbe entrato abusivamente nel server del Ros di Napoli per acquisire informazioni riservate sul conto di Renato Grasso, l’uomo intorno al quale ruota l’intera indagine, in relazione al suo coinvolgimento in un’indagine nei confronti del clan dei casalesi. Inoltre, per favoreggiamento nei confronti di Nicola Schiavone, il figlio del boss Francesco, soprannominato Sandokan e di altri due importanti esponenti dell’organizzazione sono stati arrestati due militari in servizio presso la compagnia di Casal di Principe, Luigi Di Serio e Luigi Cocuzza.

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