Caserta, Gdf: maxi sequestro nel commercio auto

di Redazione

 CASERTA. Nell’ambito della costante azione di controllo economico del territorio, i finanzieri del Comando Provinciale di Caserta hanno ottenuto un altro importante risultato.

I risultati operativi, dopo mesi di lavoro, sono stati conseguiti dagli uomini della Tenenza della Guardia di Finanza di Sessa Aurunca che, a seguito di autonoma attività ispettiva corroborata, tra l’altro, da un fitto scambio di elementi informativi con gli organi collaterali esteri, hanno scoperto e posto fine ad un meccanismo fraudolento noto come “frode carosello” nel settore del commercio degli autoveicoli. Le attività ispettive, partite dalla zona di Teano, hanno consentito di risalire ad un illecito giro d’affari milionario che, sottoposto ad approfondimenti dalle fiamme gialle, è apparso di assoluta rilevanza con evidenti effetti distorsivi sul mercato dell’auto, anche fuori dal territorio regionale.

Le indagini hanno coinvolto 2 soggetti economici e tre persone fisiche, ed hanno evidenziato come le imprese create erano prive di qualsivoglia struttura ed affidate a soggetti prestanome che, oltre a non possedere le cognizioni tecniche necessarie per l’espletamento di attività commerciali, disconoscevano l’ubicazione delle sedi, degli uffici e persino l’ammontare dei ricavi realizzati. La ricostruzione effettuata dai finanzieri ha permesso di acclarare come le imprese coinvolte fossero collegate mediante compagine soggettiva al vero ideatore e promotore dell’organizzazione. Le autovetture provenienti dai paesi dell’unione europea, venivano acquistate dalle imprese che, sfruttando a proprio vantaggio le previsioni normative in materia di Iva, collocavano le stesse auto sul mercato nazionale a prezzi inferiori a quelli di mercato, in quanto omettevano di versare all’erario l’imposta sul valore aggiunto ovvero di non dichiaravano i proventi derivanti dal commercio degli autoveicoli tralasciando l’’adempimento di qualsiasi obbligo fiscale.

L’attività svolta ha consentito di individuare e di denunciare all’autorità giudiziaria il “dominus” dell’intera intera vicenda nella persona di M.B. di anni 43, il quale, con il sistema “dell’interposizione fittizia – simulazione e dissimulazione d’imprese”- avvalendosi della complicità di altre 2 persone e utilizzando 2 imprese da lui stesso appositamente create, ha sottratto ricavi per un imponibile pari a circa 25 milioni di euro. I responsabili sono stati segnalati all’autorità giudiziariaper violazione al decreto legislativo 74/2000 e per truffa aggravata ai danni dello Stato. L’attività posta in essere rientra tra gli specifici compiti istituzionali del Corpo, con particolare riferimento alla tutela degli interessi economici e finanziari dello Stato e comunitari, nonché sul controllo della leale concorrenza e salvaguardia del mercato in riguardo dei consumatori.

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