Al Qaeda attacca la sede di “Charlie Hebdo”: uccise 12 persone

di Emma Zampella

Parigi – Una carneficina quella che si consumata dalle prime ore del mattino nella sede della redazione del settimanale satirico francese Charlie Hebdo: due uomini armati di kalashnikov hanno aperto il fuoco contro i giornalisti.

Erano incappucciati e con il volto coperto gli attentatori che hanno preso d’assalto il palazzo sede del giornale satirico, noto per il suo stile ironico e provocatorio. Nell’attentato sono state uccise 12 persone: 10 giornalisti e 2 poliziotti. Nell’attacco sono rimasti uccisi, secondo quanto si apprende, sia il direttore e vignettista Charb (Stephane Charbonnier), sia uno dei disegnatori più importanti, Cabu.

Charb, aveva assunto la direzione del settimanale nel 2009. Cabut, detto Cabu, è una delle figure storiche del giornale e già faceva parte della redazione di Hara-Kiri, da cui poi si svilupperà Charlie Hebdo. Nell’attacco terroristico è stato ucciso anche Georges Wolinski, 80 anni, conosciuto anche in Italia, dove i suoi fumetti apparivano su Linus, era l’autore di Paulette. Wolinski era nato a Tunisi da una madre franco-italiana e un padre ebreo polacco.

Arrivato in Francia all’età di 13 anni, era uno dei collaboratori storici di Hara-Kiri e poi di Charlie Hebdo. Decorato con la Legion d’onore nel 2005, era uno dei più conosciuti disegnatori satirici francesi i cui personaggi stralunati e irriverenti sono comparsi anche in molte pubblicità. Era anche sceneggiatore di fumetti disegnati da altri, come Paulette di Georges Pichard. Secondo i media francesi fra le vittime riconosciute finora ci sono anche l’economista Bernard Maris, un altro pilastro della redazione del giornale, e il vignettista Tignous.

Secondo alcune testimonianze, dopo l’attacco i due assalitori sarebbero riusciti a fuggire, aggredendo un automobilista e impossessandosi della sua auto. L’auto con cui i responsabili dell’attacco sono fuggiti è stata ritrovata per strada nel 19/o arrondissement di Parigi, estremità nordest della città. Lo riferisce il sito di Le Parisien. Secondo altri media online, gli uomini in fuga avrebbero assalito un altro automobilista in quell’area.

“È un vero massacro, ci sono dei morti!”: così in una drammatica telefonata uno dei dipendenti del giornale Charlie Hebdo che si trovava nella sede al sito di 20 Minutes ha testimoniato l’assalto al giornale prima che la linea cadesse.

Gli attentatori gridavano “Allah u Akbar”: lo testimoniano le immagini girate dal giornalista Martin Boudot. Un testimone ha detto di aver sentito i due gridare anche “vendicheremo il profeta”: un riferimento alle proteste di parte del mondo islamico dopo la pubblicazione di vignette satiriche su Maometto a varie riprese. “Parlavano perfettamente francese, hanno rivendicato di essere di Al Qaida”, ha detto la Coco, presente all’attacco contro Charlie Hebdo al sito web de L’Humanitè. “Ero andata a cercare mia figlia al kindergarten. Giungendo davanti alla porta del palazzo del giornale, due uomini incappucciati ed armati ci hanno brutalmente minacciato. Volevano entrare, salire. Ho aperto la porta con il codice numerico. Hanno sparato su Wolinski, Cabu…. È durato 5 minuti…. Mi ero rifugiata sotto la scrivania… Parlavano perfettamente francese….hanno rivendicato di essere di al Qaida”.

“È stato un attentato terroristico, non c’è dubbio. La Francia è sotto shock”, ha dichiarato il presidente Francois Hollande, giungendo sul luogo della strage. “Diversi attentati – ha aggiunto il capo dell’Eliseo – sono stati sventati nelle ultime settimane”.

Il settimanale, già in passato nel mirino dei fondamentalisti islamici per vignette su Maometto, aveva pubblicato stamani in copertina una caricatura dello scrittore Michel Houellebecq, al centro di polemiche per il romanzo in uscita oggi “Sottomissione”, che racconta l’arrivo al potere in Francia di un presidente islamico. Charlie Hebdo nel 2012 aveva scatenato una ondata di proteste nel mondo arabo per alcune vignette satiriche su Maometto. La Francia aveva dovuto adottare misure di sicurezza straordinarie, ordinando la chiusura di scuole e ambasciate in 20 paesi “a rischio”. Circa un’ora prima dell’attacco, sul profilo twitter del giornale è apparsa una vignetta caricaturale del leader dell’Isis Abu Bakr al Baghdadi con gli auguri per il nuovo anno.

La situazione, al momento, in città è davvero critica. Dopo aver proclamato lo stato di allarme, posti di blocco sono stati organizzati in tutta Parigi e il governo ha deciso l’immediato aumento del livello di allerta attentati terroristici in tutta l’Ile-de-France, la regione di Parigi. Polizia e gendarmi sono stati schierati davanti a scuole, edifici pubblici e redazioni di giornali.

Intanto la rete comincia a far sentire la sua voce.Non c’è ancora una rivendicazione attendibile, sui social media, dell’attacco contro la sede del settimanale satirico francese Charlie Hebdo, ma tra i sostenitori dei jihadisti dello Stato islamico (Is) cominciano a spuntare hashtag dedicati alla vicenda e messaggi di esultanza. “Sono finiti per sempre i tempi in cui agli insulti all’Islam in Europa si rispondeva solo con manifestazioni di condanna da milioni di persone”, ha scritto un utente di Twitter che trasmette spesso messaggi a sostegno dell’Is.

Un altro sostenitore dell’autoproclamato Califfato suggerisce ai “lupi solitari” di colpire “la testa del serpente in Danimarca”, con un riferimento al quotidiano danese Jyllands-Posten, che pubblicò per primo caricature ‘blasfemè di Maometto a settembre del 2005. E ancora: “Charlie Hebdo è stato attaccato…Non mi fa né caldo né freddo! Anzi ben fatto. Si raccoglie quello che si semina”. “I nostri compatrioti musulmani moderati non hanno fatto che punire #Charlie che si è resto colpevole di blasfemia nei confronti del profeta”, scrive un altro utente. “Non si può augurare la morte. Ma sta bene a Charlie Hebdo. A furia di giocare con il fuoco ci si brucia”, si legge in un altro tweet.

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