Aversa – Il coordinatore dell’Ufficio del giudice di pace del Circondario di Napoli Nord, con sede ad Aversa, Antonino Manfredi, ha rassegnato ieri le sue dimissioni. Una decisione che giunge non inaspettata, con un rilevante valore simbolico tenuto conto che l’avvocato Manfredi avrebbe motivato il proprio gesto con i numerosi disagi che sta vivendo il mega ufficio del giudice di pace venuto a costituirsi a seguito della istituzione del nuovo tribunale.
Un ufficio del giudice di pace che ha competenza su una selva di comuni a cavallo tra le province di Napoli e Caserta. La situazione era già ai limiti del collasso con l’accorpamento del solo ufficio di Trentola Ducenta. Successivamente la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso: l’accorpamento nell’ufficio aversano di piazza Plebiscito dell’ufficio del giudice di pace di Frattamaggiore, che porterà in dote 18mila fascicoli e sei giudici che si aggiungeranno agli oltre 35mila fascicoli e 12 giudici già presenti. Una situazione di impossibilità fisica a vedere il tutto in quelli che furono i locali della vecchia pretura, che attualmente ospitato l’ufficio.
“Siamo di fronte ad una situazione che nella scorsa primavera – ha dichiarato l’avvocato Nicola Di Foggia, giudice di pace a Napoli e vicepresidente nazionale dell’associazione
dei Giudici di Pace – avevamo già profetizzato. Fummo accusati di catastrofismo, ma la realtà vera è he non ci sono locali per ospitare tutti. O, meglio, potrebbero anche esserci, considerato quanto messo a disposizione dal comune di Aversa, ma sono necessari i tempi per la ristrutturazione di questi immobili, quale che potrà essere la decisione finale. Al momento, non siamo stati in grado di compilare il calendario delle cause perchè mancano gli uffici per i singoli giudici. Il trasloco dunque è impossibile e, seppure trovassimo le stanze dovremmo prevedere udienze sei giorni su sette e fare
doppi turni. È in questo clima che sono maturate le dimissioni di Manfredi, che tra l’altro è stato considerato responsabile di questi disagi prodotti dalle legge da alcuni avvocati che lo hanno anche aggredito”.
Da parte sua, il sindaco Sagliocco evidenzia, in merito al problema, il massimo della disponibilità e ricorda che “da parte dell’amministrazione comunale sono state messe in campo varie opzioni a partire dal completamento del recupero del complesso monumentale di San Domenico per non parlare del padiglione Bianchi all’interno della Maddalena. Ultimo tentativo che vede coinvolti l’Adisu, noi e la Polizia prevede il passaggio del commissariato all’ex carcere mandamentale e l’utilizzo dei due palazzi contigui della polizia e dei vigili urbani in via San Lorenzo”.