Roma. Sono gli ultimi gironi per Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica che si avvia alle dimissioni. Dopo circa nove anni al colle, martedì Napolitano saluterà i dipendenti della presidenza e il reggimento dei Corazzieri nella loro caserma a due passi dal palazzo presidenziale.
Nella giornata di lunedì, invece, il capo dello Stato ha visto sia il presidente del consiglio, Matteo Renzi che il ministro della riforme, Maria Elena Boschi. Un incontro durante il quale il premier ha illustrato il discorso che terrà a Strasburgo a conclusione del semestre di presidenza italiana dell’Unione Europea. Con Maria Elena Boschi, il presidente Napolitano ha invece parlato delle due grandi questioni istituzionali ancora aperte: la legge elettorale e la riforma del Senato e del Titolo V della Costituzione.
Quanto alle dimissioni di Napolitano, queste dovrebbero essere formalizzate in una lettera che mercoledì sarà consegnata alla presidente della Camera, Laura Boldrini. Le dimissioni devono essere scritte e firmate dal presidente della Repubblica e poi la lettera viene portata dal segretario generale della Presidenza ai presidenti delle Camere e al presidente del Consiglio.
Appena firmata la lettera, Giorgio Napolitano lascerà il Quirinale per tornare nella sua abitazione privata. Da quel momento le sue veci saranno assunte dalla seconda carica dello Stato, il presidente del Senato. Pietro Grasso, dunque, si trasferirà a palazzo Giustiniani, sede della supplenza presidenziale. Grasso eserciterà il suo ruolo con il supporto degli uffici del Quirinale, mentre la sua funzione di presidenza del Senato sarà assolta dalla vicepresidente Valeria Fedeli. Nel frattempo la presidente della Camera avrà proceduto alla convocazione della platea che eleggerà il nuovo Capo dello Stato. Platea che e’ composta di 630 deputati, 315 senatori più i senatori a vita, i delegati delle Regioni (tre per ogni Regione tranne la Val d’Aosta che ne indica uno solo). Per fare in modo che le Regioni eleggano i loro delegati, l’elezione del successore del Presidente non può essere convocata prima di 15 giorni dalla data delle dimissioni.
L’elezione del Presidente della Repubblica, prescrive la Costituzione, ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza di due terzi dell’assemblea. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta. Mentre è noto che le trattative per individuare il Presidente sono state storicamente tra i momenti più affannosi della vita politica, pochi sono i requisiti costituzionali necessari per essere eletto al Quirinale: ‘può’ essere eletto Presidente della Repubblica ogni cittadino che abbia compiuto cinquanta anni d’età e goda dei diritti civili e politici. L’ufficio di Presidente della Repubblica è incompatibile con qualsiasi altra carica’ recita l’articolo 84 della Carta.