NAPOLI. Dopo il disastro ambientale del depuratore di Cuma, andato in tilt nei giorni del 16 e 17 giugno, e l’invasione su spiagge e mare di tonnellate di materiale inquinante, Walter Ganapini spende 2 milioni e mezzo di euro, 5 miliardi delle vecchie lire, per pulire il litorale.
Soldi che si sarebbero potuti spendere in altro modo se l’assessore all’ambiente fosse stato più attento, visto che il disastro ambientale sul litorale domitio esiste da anni e recentemente si è solo acuito. Per non andare troppo indietro nel tempo sarà sufficiente sottolineare che in quest’ultimo governo regionale si sono alternati in quattro anni ben tre assessori all’ambiente, Ugo De Flaviis, Luigi Nocera e, da qualche anno, Walter Ganapini. Ogni volta che si procede ad un cambio di guardia si smarrisce l’azione di continuità, che il Governatore Antonio Bassolino dovrebbe invece garantire alla Giunta Regionale che presiede, e si ricomincia da zero. Il nuovo assessore critica il precedente, qualche volta – come nel caso di Ganapini – la critica investe l’intera azione del governo regionale in materia di ambiente. Le promesse si susseguono alle promesse ma tutto serve solo a prendere per i fondelli i cittadini preoccupati per la salute dei propri cari e per il disagio ambientale cui sono costretti da tempo. Ormai è trascorso abbondantemente oltre un anno dall’insediamento di Ganapini all’assessorato di Via De Gasperi e in tutto questo tempo la situazione della depurazione in tutta l’area nord di Napoli è clamorosamente peggiorata, in maniera netta ed evidente a tutti tranne che a lui, fino a diventare, in questi giorni, drammatica. Ed è diventata drammatica perché lui, sì proprio lui, Ganapini, che aveva ed ha l’obbligo di gestire i rapporti tra la Regione e l’Hydrogest spa, la concessionaria del servizio pubblico della depurazione, non si è reso conto che qualcosa non andava. Se i dipendenti della Hydrogest in 31 mesi di lavoro alle dipendenze della nuova responsabile della depurazione hanno ricevuto spesso la retribuzione in ritardo e dopo ripetute proteste è evidente che prima o poi possono incrociare le braccia. E se i lavoratori incrociano le braccia chi li fa funzionare i depuratori? Se in 31 mesi di lavoro della Hydrogest le condizioni del mare sono peggiorate al punto che la Provincia di Napoli da due anni nega il permesso per lo scarico delle acque del depuratore di Cuma a mare poteva venire il dubbio a chi si è assunto la massima carica regionale di responsabile dell’ambiente che qualcosa non andava? Se l’amministrazione provinciale vieta lo scarico dei reflui trattati dal depuratore a mare c’è o non c’è qualche problema? Sarebbe interessante avere una risposta da Ganapini in proposito ma è difficile averla perché lui con i cittadini che non sono supini all’amministrazione non interloquisce. Specie con quelli che sono in grado di sottolineare le sue carenze, in fin dei conti chi sono poi i cittadini?
Poca cosa in confronto a lui che è un assessore regionale, un esperto internazionale dell’ambiente, un professore universitario. Uno che ha la possibilità di trascurare il problema della depurazione per anni e poi di spendere 2 milioni e mezzo per pulire le spiagge e il mare sporcati dalle sue omissioni. Lui è un professore universitario e parla bene ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare (è il caso di dirlo) e i professori universitari non sempre hanno capacità operative. Qualcuno non sa che l’idea di dare la concessione ad un privato per depurare le acque di fogna è stata partorita dal Commissario Straordinario di Governo alla tutela delle acque. Idea fragile e contestata da noi sin dalla prima ora. La fragilità sta nel non celato intento di deresponsabilizzare i politici e gli uffici alle loro dipendenze caricandola su altri, tanto poi se l’ambiente si rovina che importa? A chi ci governa è sufficiente mantenersi saldo al suo posto di potere o conquistarne altro evitando qualunque responsabilità penale, visto che quelle economiche ricadono sulla collettività, del resto non importa granché.
Sono ancora in molti ad ignorare che l’emergenza rifiuti e quella delle acque erano gestite fino a poco tempo fa da due Commissariati Straordinari dello Stato presieduti entrambi da Antonio Bassolino che si avvaleva di un altro professore universitario, Raffaele Vanoli. Si può fare un calcolo su quanto sono costati tutti quelli che gestendo i commissariati sia dei rifiuti solidi che reflui – hanno messo in ginocchio definitivamente la Campania portandola a soglie di povertà sconosciute? C’è qualcuno di costoro pronto a chiedere scusa ai cittadini senza provare a giustificare la propria incapacità tirando in ballo come al solito le colpe dei cittadini stessi, delle norme che i loro partiti di appartenenza scrivono o la solita camorra da utilizzare nei confronti dei cittadini come si fa con i bambini con l’uomo nero?
E’ difficile trovare un responsabile perché le colpe hanno il difetto di essere sempre orfane. Per i meriti si fa a gara, per le colpe no. L’inquinamento delle spiagge e dell’acqua marina non è dipeso dall’episodio del tilt al depuratore di Cuma né e solo colpa dell’Hydrogest ultima arrivata. Sono state le omissioni ripetute da anni da parte dei pubblici amministratori e dei funzionari che si sono guadagnati prebende, parcelle ed emolumenti considerevoli che hanno prodotto il disastro. Sono anni che chiediamo una veloce soluzione tecnica (condotta sottomarina) per evitare sversamenti di reflui mal depurati sui piedi dei bagnanti e sulle spiagge dove giocano i bambini ma nessuno se ne cura. Se le soluzioni adottate dai tecnici e dai politici producono danni all’ambiente e alla salute chi paga? Gli operai che non percepiscono lo stipendio?
L’assessore Luigi Nocera, dimessosi a seguito del processo per il quale il 19 giugno scorso è cominciata l’udienza preliminare per la richiesta di rinvio a giudizio presentata a maggio dal Pm Francesco Curcio, diede incarico alla Sogesid spa, strumento in house del Ministero dellAmbiente e della Tutela del Territorio e del Mare, di predisporre il progetto per la posa in opera della condotta sottomarina a Cuma. La spesa è stata di 300.000 euro ma a seguito delle dimissioni di Nocera il progetto, redatto da una qualificata equipe guidata dal professor Giuseppe De Martino, è stato cestinato da Ganapini. E Bassolino? Non sapeva del lavoro di Nocera e degli impegni presi durante la campagna elettorale per la sua riconferma a Governatore? Non sapeva che era stata promessa la posa in opera di tale importante mezzo di depurazione poco costoso ed altamente efficiente? Che fa Bassolino in giunta? Di che discute con i suoi assessori? Qual è la sua politica per il risanamento dell’ambiente?
Ingannare i cittadini fingendo di accontentarli per tenerli buoni ed impedire le proteste non è corretto, ma è una deprecabile abitudine elevata a rango di sistema. Ingannarli però sperperando 300mila euro è grave perché il denaro pubblico non si sperpera per placare le proteste.E non dovrebbe sprecarsi neanche con interventi tesi a rimediare i disastri di cui si è colpevoli e i due milioni e mezzo di euro che si spenderanno ora per la pulizia delle spiagge dai rifiuti si potevano risparmiare se qualcuno avesse compiuto con la dovuta attenzione il suo dovere.
di GAETANO MONTEFUSCO