KABUL. Sei soldati italiani sono rimasti uccisi in un attentato kamikaze questa mattina, a Kabul, all’altezza di Massoud Circle, sulla strada per l’aeroporto.
Si tratta diquattro caporal maggiore, di un sergente maggiore e del tenente che comandava i due blindati Lince coinvolti nell’attentato. Sia i morti che i feriti (che non sarebbero in pericolo di vita) sono tutti del 186esimo Reggimento Paracadutisti Folgore. Il bilancio provvisorio delle vittime civili afganeè di 15 morti e60 feriti.
I NOMI DELLE VITTIME. Tra i militari italiani deceduti il sergente maggiore Roberto Valente, 37 anni, di Napoli, che abitava a Fuorigrotta con moglie e un figlio piccolo. Vitale era partito due giorni fa per l’Afghanistan.E il caporal maggiore Massimiliano Randino, 32 anni,di Pagani (Salerno). Gli altri sono: il primo caporalmaggiore Matteo Mureddu, 26 anni, di Solarussa, in provincia di Oristano, il tenente Antonio Fortunato, 35 anni, di Lagonegro (Potenza), il primo caporal maggioreDavide Ricchiuto, 26 anni, nativo di Glarus (Svizzera),il primo caporal maggiore Gian Domenico Pistonami, 26 anni, di Orvieto.
Moreddu è figliodi un allevatore di pecore, Augusto Mureddu, e di una casalinga, Greca, ha un fratello di dieci anni più grande, Stefano, anch’egli militare, e una sorella, che l’estate scorsa l’aveva reso zio. Fortunato aveva vissuto diversi anni a Tramutola (Potenza), dove risiedono tuttora i suoi genitori. Secondo quanto si è appreso, il tenente era sposato e la moglie è anche lei originaria della Val d’Agri: la coppia viveva a Siena, nella zona dove l’ufficiale prestava servizio.
LA VEDOVA VALENTE: “ORGOGLIOSA DI ROBERTO”. Sono orgogliosa di mio marito, paracadutista della Folgore”. Lo ha detto Stefania Giannattasio, vedova del sergente maggiore Roberto Valente, caduto nell’attentato di Kabul. Il sottufficiale prima di partire per Kabul aveva partecipato ad un’altra ‘guerra’ quella di camorra, dei Casalesi, nell’ambito della cosiddetta ‘Operazione strade sicure’. Poi la partenza per l’Afghanistan. Precedentemente era stato anche in Bosnia, in Libano e ancora in Afghanistan. Sognava di tornare a Napoli per ricongiungersi definitivamente alla sua famiglia e al suo bambino, Simone, di dueanni.
LA RICOSTRUZIONE. L’attentatoè avvenuto alle 12.10 locali, le 9.40 in Italia, nei pressi della rotonda Massud, dove il traffico è rallentato per i controlli sul traffico diretto verso l’ambasciata Usa, il comando Isaf e l’aeroporto. Sui due lati delle strade sono stati distrutti case e negozi. Secondo le prime ricostruzioni, un automezzo civile (una Toyota bianca, secondo quanto ha riferito in Senato il ministro della Difesa Ignazio La Russa) con a bordo i due kamikaze e con un notevole carico di esplosivo sarebbe riuscita ad infilarsi tra i due blindati Lince italiani prima di esplodere.
RIVENDICAZIONE. I talebani hanno rivendicato l’attentato attraverso un loroportavoce, Zabiullah Mujahid,che, conun messaggio sms, ha riferito che un uomo di nome “Hayutullah” si è fatto esplodere contro il convoglio militare dellIsaf, nel centro della capitale. “Le forze di occupazione dopo l’esplosione hanno iniziato a sparare alla cieca colpendo molti tra i presenti sul posto. E’ questo che ha provocato molte vittime civili”. E’ quanto si legge nel resoconto dei Taliban sull’attentato a Kabul, pubblicato in arabo sul sito ufficiale dei militanti. Nel testo non si menzionano mai i militari italiani.
in alto, da sin. Valente, Moreddu, Pistonami;
in basso Ricchiuto, Fortunato e Randino
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AUMENTANO LE VITTIME. Sale a 20 il numero di militari italiani morti in Afghanistan dall’inizio della missione italiana nel 2004. Di questi la maggioranza è rimasta vittima di attentati, altri invece sono morti in incidenti e alcuni anche per malore. In totale sono 1.403, di cui 21 italiani, i militari delle truppe Nato morti in Afghanistan dall’inizio dell’intervento nel 2001.
Negli ultimi mesi, nonostante la massiccia presenza di forze armate internazionali, a Kabul si sono moltiplicati gli attacchi suicidi dei talebani. L’ultimo è stato l’8 settembre scorso, quando un’autobomba ha ucciso tre civili esplodendo davanti all’entrata della base aerea della Nato.
PROCURA DI ROMA APRE FASCICOLO. Intanto la procura di Roma ha aperto un fascicolo d’inchiesta sull’attentato. Attentato a scopo di terrorismo, questa l’ipotesi di reato. Gli inquirenti, coordinati dal procuratore capo Giovanni Ferrara e dall’aggiunto Pietro Saviotti, attendono una relazione dal ministero degli Esteri.
IL CORDOGLIO. L’aula della Camera ha sospeso i lavori in segno di lutto e solidarietà con i militari italiani in attesa che il governo riferisca nel pomeriggio, alle ore 18.
“Cordoglio e solidarietà ai componenti della missione, caduti per la libertà”: queste le prime parole del premierSilvio Berlusconi. Il ministro della Difesa, La Russa, ha definito “infami e vigliacchi” gli autori della strage e ha sottolineato: “Non ci fermeranno”. Il presidente del Senato Renato Schifani: “Il sacrificio di questi eroi costituisce un ulteriore doloroso contributo che i nostri militari, con grande coraggio e professionalità, continuano a dare per difendere la democrazia, la pace e la sicurezza internazionale”. Il ministro degli Esteri Franco Frattini: “I soldati italiani hanno pagato un prezzo alto per la libertà e la sicurezza dell’Afghanistan, dell’Italia e dell’Europa: dobbiamo restare per dimostrare che l’orgoglio dell’Italia è sempre alto”.
Il segretario del Pd Dario Franceschini: “Sono profondamente colpito dalle notizie che ci arrivano da Kabul, che ci colpiscono duramente: la nostra prima reazione è un sentimento di dolore e di solidarietà. Siamo vicini alle famiglie dei militari uccisi e esprimiamo a tutti i soldati e ufficiali italiani che partecipano alle missioni italiane all’estero la vicinanza e la solidarietà mia e di tutto il Pd”. Antonio Di Pietro, leader dell’Idv: “Esprimiamo, a nome dei gruppi parlamentari di Italia dei Valori, il nostro più sentito cordoglio alle famiglie dei soldati italiani vittime del vile attentato odierno in Afghanistan e ci stringiamo al loro dolore. Insistiamo, come stiamo facendo da mesi, sulla necessità che il governo avvii al piu’ presto in sede Nato e Onu un confronto con i nostri partner e che da subito si apra in Parlamento un confronto per stabilire i tempi e i modi di una exit strategy”. Anche per la Lega è necessaria una “exit strategy”, come afferma Stefano Stefani, presidente della commissione Esteri della Camera: “E’ necessario delineare una efficace strategia d’uscita dall’Afghanistan. Lo scenario non cambia ancora morti, ancora giovani. Bisogna iniziare a studiare una exit strategy, non da soli ma insieme alla comunità internazionale”.
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è stato informato dell’attacco contro gli italiani a Kabul mentre si trovava al Teatro Bunka Kaikan di Tokio e assisteva al Don Carlo di Verdi, portato in Giappone dal Teatro La Scala di Milano. Napolitano in compagnia della signora Clio si trova al momento sul palco d’onore riservato alla famiglia imperiale in compagnia di sua Altezza Akihito e dell’Imperatrice Michiko. Il capo dello Stato, che sta valutando l’ipotesi del rientro anticipato, ha manifestato un “sincero e accorato cordoglio ai familiari dei caduti e un augurio di guarigione ai feriti”. “Voglio anche indirizzare ai nostri valorosi, che rappresentano l’Italia in questa difficile missione internazionale per la pace e la stabilità, l’espressione della nostra riconoscenza e della nostra vicinanza”, ha aggiunto.
Il Papa Benedetto XVI “assicura la sua vicinanza nella preghiera per le vittime e manifesta la sua vicinanza alle famiglie e a tutte le persone coinvolte”, come riferisce la Santa Sede.
RINVIATA MANIFESTAZIONE SU LIBERTA’ DI STAMPA. La Federazione nazionale della stampa (Fnsi) ha deciso di rinviare la manifestazione per la libertà di stampa prevista per sabato a Roma, in segno di lutto per la mortedei sei militari italiani. “D’intesa con le altre organizzazioni aderenti- Cgil, Acli, Arci, art.21 e numerose associazioni sindacali, sociali e culturali – la manifestazione è stata rinviata ad altra data”, riferisce una nota della Fnsi. “In un momento tragico come questo ci stringiamo attoniti accanto ai nostri morti in Afghanistan”. La manifestazione era stata organizzata dopo che il premier Berlusconi ha intentato cause legali per diffamazione contro alcuni quotidiani che si sono occupati delle sue vicende private.