CASERTA.I dipendenti della Jacorossi nel pomeriggio di venerdì hanno bloccato luscita di Carinaro della statale Nola-Villa Literno,nei pressidella zona industriale di Aversa Nord, fra i comuni di Carinaro e Teverola. video
Centinaia di lavoratori, la cui sede èsituata nelle vicinanze,si sono diretti verso la vicina rotonda alluscita della superstrada, ostruita con tavoli e alcuni camion. Sul posto sono giunti gli agenti del commissariato di polizia di Aversa, coordinati dal dirigente Eliseo Nicolì e dallispettore Vinciguerra, e i carabinieri della locale stazione.
La protesta è nata dopo lincontro tenutosi in mattinata presso la Prefettura di Napoli, dove il commissariato di governo per lemergenza rifiuti in Campania ha annunciato di voler recedere il contratto con la Jacorossi, stipulato nel 2001 e in scadenza nel luglio 2010, per quanto riguarda la bonifica del litorale domizio flegreo e dellagro aversano. A pesare su tale decisione vi èlinchiesta che ha colpito la Jacorossi, su presunte irregolarità nellaffidamentodegli interventi di bonifica, e che vede indagati anche il governatore Antonio Bassolino e il prefetto Alessandro Pansa, per quanto riguarda i ruoli di commissario straordinario svolti da entrambi nel recente passato, e il presidente della società Ovidio Jacorossi.
Ciò per i 380 lavoratori della Jacorossi significa un annuncio di licenziamento e ora gli stessi chiedono l’intervento diretto del governo per risolvere la vertenza.
Sciopero della Jacorossi (30.10.09) |
L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto di Napoli Francesco Greco, è diretta dai pm Ettore La Ragione ed Henry John Woodcock. La Guardia di Finanza ha effettuatoperquisizioni nella sede romana della Jacorossi imprese, nell’abitazione del presidente pro-tempore della società Ovidio Jacorossi,nell’ufficio dell’avvocato distrettuale dello Stato di Napoli Giuliano Percopo (presso la sede dell’Avvocatura distrettuale), nelle abitazioni di Arcangelo Cesarano e Raffaele Vanoli, entrambi subcommissari di governo pro-tempore per la bonifica dei siti inquinati, e nell’abitazione di Michele Giustozzi, vicepresidente pro-tempore della Jacorossi imprese. Tutti risultano indagati, assieme al dirigente della Regione Campania per il settore ambientale Mario Lupacchini, ed a Vincenzo Cocuzza, incaricato dalla Regione Campania di un parere su un atto. I reati ipotizzati sono di concorso in abuso di ufficio, falso e truffa ai danni dello Stato.
La Jacorossi, insieme alla società Fintermica, nel 2001 stipulò con i Ministeri dell’Ambiente e del Lavoro, con il Commissariato per l’emergenza rifiuti e con la Regione Campania una convenzione per l’esecuzione di interventi di bonifica dei siti inquinati lungo il litorale flegreo, che prevedeva, tra l’altro, la stabilizzazione da parte dell’impresa di 380 lavoratori socialmente utili. Ma vi fuun contenzioso tra le parti, che reciprocamente si accusavano di inadempimenti contrattuali, fino a quando, sul finire del 2007, si giunse ad un accordo transattivo. Accordo, al quale diede parere favorevole l’avvocato Percopo, che, secondo la Procura, fu soltanto un escamotage per eludere le procedure ordinarie degli appalti pubblici e favorire la Jacorossi. L’impresa, infatti, vide lievitare di circa l’80 per cento i corrispettivi inizialmente previsti, nonostante, come accertato dalla Guardia di Finanza, avesse fatto ampiamente ricorso ai subappalti, soprattutto per la movimentazione dei rifiuti dai siti inquinati. Subappalti che, secondo le dichiarazioni di un pentito, le quali sono in corso di accertamento da parte dei finanzieri, sarebbero andati ad impreseattorno a cui ruotava lacamorra.