Bruxelles – 60 miliardi al mese. E’ questo l’importo del programma di acquisto di titoli di Stato da parte della Bce. Ad annunciarlo, Mario Draghi, che ha spiegato che durerà dal prossimo marzo fino al settembre 2016 o, almeno finché il tasso di inflazione dell’Eurozona non sarà tornato vicino al 2%.
L’acquisto di bond è stato deciso per contrastare il rischio di una prolungata bassa inflazione. “La decisione odierna è legata a due ragioni fondamentali: in primo luogo le dinamiche dell’inflazione sono state più deboli del previsto; secondo, mentre le misure di politica monetaria adottate tra giugno e settembre dell’anno scorso hanno determinato un miglioramento in termini di prezzi sui mercati finanziari, questo non è stato il caso dei risultati quantitativi. Di conseguenza il grado prevalente di allentamento monetario è stato insufficiente per indirizzare adeguatamente i maggiori rischi di un prolungato periodo di bassa inflazione”.
Il presidente della Banca centrale europea ha poi spiegato che l’acquisto di titoli di Stato avverrà secondo un criterio di condivisione del rischio con le banche nazionali dei paesi interessati. La condivisione sul mercato secondario, in particolare, sarà pari al 20%.
Draghi ha poi rilevato un “notevole” rallentamento dell’economia nell’Eurozona e ha anche annunciato che i tassi della Banca centrale europea resteranno immutati allo 0,05%.
Bisogna “attuare le riforme – ha detto – in modo credibile ed efficace per far salire le aspettative di reddito e incoraggiare le imprese a fare investimenti da subito” in tal modo da sostenere la ripresa economica. La politica monetaria è importante per favorire la ripresa ma non basta, aggiunge: “Ci vuole fiducia, e per avere fiducia ci vogliono riforme strutturali”. “Ora spetta ai governi dare la fiducia” necessaria. Una posizione non nuova da parte di Draghi, che già in passato, anticipando le mosse annunciate oggi, aveva avvisato che la “Bce non può fare tutto da sola”
Negli stessi minuti, Angela Merkel a proposito delle mosse della Banca centrale europea ha detto: “Qualunque sia la decisione della Bce i politici non devono essere distratti dal prendere i passi necessari per assicurare la ripresa. Il mese scorso, il presidente della Bundesbank, Jens Weidman, si era detto contrario alla mossa della Bce. “Non ne vedo l’urgenza”, aveva affermato.
Ottima la reazione delle borse europee, con Milano che tira le fila di tutto il continente. L’indice Ftse Mib supera i 20.000 punti e realizza un +2,44% a 20.469 punti, l’All Share è sul +2,35%; notevoli gli scambi, superiori ai 5 miliardi di euro di controvalore. A essere premiati soprattutto i titoli bancari. All’annuncio di Draghi di acquisti di titoli di stato per 60 miliardi mensili, più delle attese, l’indice è schizzato vicino al +3%, per poi ripiegare su una più attenta valutazione circa la bassa condivisione del rischio dell’operazione da parte della Bce. Nel finale però i mercati sono ripartiti, con Milano nuovamente in pole position sul resto d’Europa. Francoforte chiude con un +1,32%, Parigi con +1,52%, Londra con il +1,02%.