Mondragone (Caserta) – Otto fermi contro affiliati al clan Fragnoli-Pagliuca, operante sul litorale domizio, quelli eseguiti mercoledì mattina dai carabinieri della compagnia di Mondragone.
Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di estorsioni e rapine ai danni di imprenditori ed esercizi commerciali, con l’aggravante del metodo mafioso e mediante l’utilizzo delle armi.
L’indagine, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, ha preso in considerazione principalmente le dinamiche relative alle attività estorsive ai danni di imprenditori e commercianti locali, che si sono manifestate da parte del clan egemone sul territorio in questione, ponendo particolare attenzione anche alle rapine commesse dal sodalizio in questione al fine di introitare proventi da reinvestire in altre attività illecite, in un arco temporale che va dal luglio 2014 al gennaio 2015.
Nel corso dell’attività investigativa si è riusciti a ricostruire con dovizia di particolari il nuovo assetto criminale venutosi a creare sul territorio di Mondragone operante per conto del clan Fragnoli-Pagliuca, ricostruendo esattamente le dinamiche che hanno visto gli indagati operare attivamente per la riscossione delle quote estorsive da versare poi nelle casse del clan e la gestione monopolistica dei video slot con considerevoli profitti.
Uno dei fermati, Antonio De Lucia, 40 anni, di Mondragone, considerato il reggente del clan, per sfuggire alla ricerca dei carabinieri si è rifugiato all’interno di un nascondiglio, creato nel bagno della propria abitazione: un vano doccia chiuso da pannelli in legno arredati come se fossero un mobile, alla cui base vi era la possibilità di nascondersi con chiusura dall’interno.
Oltre a De Lucia, i fermati, tutti di Mondragone, sono: Salvatore Sabatino, di 46 anni, Agostino De Lucia, 20, Laura Longobardi, 39, Angelo Razza, 20, Donato Pagliuca, 27, Francesco Arlotta, 33, Mario Fragnoli, 51.
L’operazione, eseguita dai carabinieri della compagnia di Mondragone, guidati dal capitano Lorenzo Chiaretti, e dal comandante del nucleo operativo e radiomobile, tenente Emanuele Macrì, è stata coordinata dai magistrati della Dda partenopea con il procuratore capo Giovanni Colangelo, il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e i pm Antonio D’Amato e Sandro D’Alessio.