Avellino, “Gabbia di Luce” a Grottolella

di Redazione

 AVELLINO. Dal 22 dicembre fino al 6 gennaio, nel centro storico di Grottolella (Avellino), sarà possibile ammirare “Gabbia di Luce”, installazione del Maestro Giovanni Spiniello.

In occasione delle festività natalizie l’artista, di concerto con l’Amministrazione comunale presieduta dal sindaco Antonio Spiniello, reinterpreta il tema della Natività e lo pone in stretta relazione con il degrado umano e ambientale che ci accompagna, segue e precede. L’installazione “Gabbia di luce” invita a riflettere sul valore della terra e sul significato della famiglia.

Nella gabbia formata dalle sue metamorfoggettografie l’artista ha riproposto l’opera “L’amore è la famiglia” a lungo conservata nel Museo di Piazza Duomo (fino al 2006) e presente in diverse installazioni a partire dagli anni ‘80. Le metamorfoggettografie sono alberi che si trasformano in uomini (o uomini che si trasformano in alberi…) per conservare e proteggere i valori della tradizione, della preghiera, della trasparenza.

Le opere si integrano con le sculture presenti nel centro storico di Grottolella dal 1999 e le nuove opere dialogano e interagiscono con le vecchie. Sulla Porta dell’Accoglienza, plastoggettografia che invita il visitatore ad entrare nel cuore del paese, ci sarà l’Angelo dell’Amore che indica il percorso per arrivare alla Gabbia di luce. L’installazione è nel centro del Paese, nei pressi del Passaggio di Don Chisciotte. E il percorso prosegue con Le inutili guerre, La strada del Cielo e L’Albero del Vento nei pressi del Castello di Grottolella.

“Per me il presepe” dichiara l’artista “significa cercare nella vita uno stile di riferimento, desiderare a piccoli passi di ritrovare la memoria del mio passato, gli odori e i sentimenti del focolare della mia casa natale. Mi ricordo che nella cassapanca (o’ vangone), accanto al camino, venivano conservati legna, patate e castagne… mi ricordo l’odore di muschio e la pignatta di terracotta dove cuocevano i fagioli. Io vengo da questa realtà di sacrificio, con il portone di casa rotto che permetteva di riscaldarsi solo per metà, con gli anziani che, al posto della televisione, raccontavano dall’alto della loro esperienza storie antiche, chiedendomi di leggere, raccolti insieme, davanti al fuoco, le lettere dei loro figli mandate dall’America e dalla Svizzera”.

E’ dagli anni ’60 che Giovanni Spiniello (Biennale di Venezia 1968, Quadriennale di Roma 1975, Segnalato Bolaffi da Crispolti 1979) reinterpreta racconti e leggende, favola e mito, affidando i propri sogni e le proprie immagini alla memoria e conservazione della sua terra e legando la propria attività al territorio irpino.

In Gabbia di Luce gli alberi formano una gabbia a proteggere, delimitare, conservare i valori della famiglia. Gli uomini che diventano alberi, attraverso l’ibridazione di materiali contaminanti, uniscono e non separano i valori della terra, con il loro messaggio di protesta, e quelli del cielo, che sono all’interno del cerchio sacro della famiglia.

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