Asti – L’esame necroscopico non ha definito con esattezza la causa del decesso di Elena Ceste, la donna sparita lo scorso 24 gennaio 2014 dalla propria abitazione di Costigliole d’Asti.
Il cadavere della donna rinvenuto il 18 ottobre, a 9 mesi dalla scomparsa, in un canale di scolo nelle campagne vicino l’abitazione del comune piemontese, non presenterebbe ferite d’arma da fuoco o da taglio e neppure fratture.
L’autopsia ipotizzerebbe quindi una presunta morte per soffocamento o strangolamento, ma l’ipotesi non può essere confermata per la mancanza di cartilagini del collo, dissolte a causa dell’esposizione del cadavere ad intemperie.Si sarebbe comunque trattato di una “morte violenta”. I risultati del lavoro di Franco Romanazzi, medico legale di Alba, sono stati consegnati alla procura.
Arrestato il marito della vittima, Michele Buoninconti, accusato di omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere. Il fermo è stato convalidato dal gip di Asti Giacomo Marson, che ha accolto la richiesta del pm Laura Deodato. Sin dalle prime dichiarazioni infatti, sarebbero emerse delle incongruenze nel racconto dell’uomo.
In base alle dichiarazioni di Buoninconti, la donna la mattina della scomparsa gli avrebbe chiesto di accompagnare i bambini a scuola. “Mia moglie è scomparsa da casa. Mi aveva pregato di portare i figli a scuola perché non stava bene. E voleva mettere in ordine tutto quanto Non l’ho più vista”, ha raccontato Michele, che avrebbe lasciato l’abitazione alle 8 del mattino per rientrare alle 9, ora in cui Elena era già scomparsa. A casa il cellulare della vittima, la giacca e gli occhiali di cui non poteva fare a meno.
I familiari: “Ci siamo sempre fidati di lui e continuiamo a fidarci di lui fino a prova contraria”. L’uomo si dichiara innocente. A 12 mesi dalla morte, il caso Ceste è ancora un giallo.