“Se Steve Jobs fosse nato a Napoli”, dal libro al teatro

di Redazione

Napoli – La difficoltà dei giovani portate in scena con ironia ed un velo di disillusione al Nuovo Teatro Sanità di Napoli con lo spettacolo “Se Steve Jobs fosse nato a Napoli”, ispirato all’omonimo libro di Antonio Menna e riadattato alla scena da Mauro Di Rosa.

La trama ricalca le vicissitudini dei due “mighty Steve” californiani, Jobs e Wozniak, fondatori della Apple nel 1974, ma in chiave napoletana. Può un’idea, geniale e fruttuosa avere le stessa opportunità di successo, anche se nata in una cornice tutta italiana? E’ il 1982, protagonisti sono Stè e l’amico ‘o Ge’. I due giovani si ingegnano non in un garage di San Francisco (come i creatori della mela morsicata), ma in una rimessa, non a norma, napoletana, e i problemi sono ben diversi.

L’idea del super computer è ottima: peccato che in Italia praticamente ogni cosa remi contro ai due intraprendenti informatici. Dalle banche che concedono prestiti a chi i soldi già li ha, ai bandi per avere finanziamenti pubblici vinti da amici degli amici. E, anche riuscendo a superare le difficoltà economiche e burocratiche per avviare la propria impresa, ci mette la propria longa manus la camorra. Un sistema che praticamente stronca idee e progetti dei due ragazzi.

Lo spettacolo è portato in scena dall’associazione “En Art” e interpretato dagli attori e soci Chiara De Crescenzo, Alessandro Errico, Demi Licata, Pierpaolo Stellato Mauro Di Rosa e Pasquale Ioffredo, che firma anche la regia. Musiche di Eddy Napoli.

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