Catania, bancarotta fraudolenta: sequestrate due sale Bingo

di Redazione

Catania – La Guardia di finanza di Catania ha eseguito un provvedimento di sequestro preventivo – firmato dal gip del Tribunale di Roma Massimo Di Lauro su richiesta della procura capitolina – delle due sale bingo catanesi, “Alcalà” e “Caronda”, il cui valore di stima complessivo si aggira intorno ai 15 milioni di euro.

Secondo gli investigatori gli amministratori della società “Giocabingo srl”, due noti imprenditori catanesi, con la complicità di altre sei persone, attraverso un articolato sistema fraudolento hanno trasferito, a un prezzo risultato palesemente incongruo, a nuove società appositamente costituite, sempre riconducibili ai due principali indagati, la proprietà e la gestione delle due sale Bingo.

Più in dettaglio – spiegano i finanzieri – dalle indagini svolte è emersa la falsificazione delle scritture contabili, il sostenimento di oneri e spese non attinenti l’attività aziendale, l’omesso versamento delle ritenute erariali e previdenziali, la dissipazione di beni aziendali nonché la distrazione di ingenti somme di denaro. Hanno così provocato il dissesto della società culminato con la dichiarazione di fallimento a Roma nel 2012, con un passivo di oltre 12 milioni di euro (di cui ben 11 nei confronti dell’Erario).

Tale trasferimento è stato, in particolare, finalizzato a far perdere le tracce della società svuotata in considerazione dell’elevatissimo numero di società operanti nel territorio della Capitale sottoposte a procedure fallimentari, circostanza peraltro già emersa in altre recenti indagini svolte dal Nucleo di Polizia tributaria di Catania per bancarotta fraudolenta. In realtà, i due imprenditori catanesi hanno sempre mantenuto la proprietà e la gestione diretta delle due sale Bingo attraverso un vero e proprio labirinto di società le cui partecipazioni sono state affidate a una fiduciaria romana incaricata della gestione per loro conto.

Tra le operazioni contestate vi è anche l’ingiustificata rinuncia a crediti verso società collegate per oltre 5 milioni di euro. Significativa è, infine, la corresponsione agli stessi due amministratori, negli anni dal 2004 al 2010 (periodo in cui la società era già in grave stato di insolvenza) di compensi per 2,7 milioni di euro.

Contestualmente al sequestro preventivo delle sale da gioco, si è proceduto alla notifica dell’avviso di garanzia, per i reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale, nei confronti di 8 soggetti, fra rappresentanti legali e componenti dell’organo amministrativo della fallita.

Le due sale da gioco sequestrate continuano a essere operative e, da oggi, saranno gestite da un amministratore giudiziario già nominato dal Tribunale di Roma.

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