Corruzione, arrestati tecnici e funzionari del Comune di Roma

di Redazione

Roma – Nuovi arresti nella capitale. La Guardia di finanza ha eseguito undici ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del Tribunale di Roma, Anna Maria Gavoni, nei confronti di funzionari e tecnici del Comune di Roma nell’ambito di un’indagine su corruzione e concussione condotta dalla Procura di Roma.

Avrebbero chiesto mazzette sia per autorizzare i lavori edilizi sia per chiudere gli occhi sugli abusi commessi nei cantieri. Gli arresti, dopo la prima tranche dell’operazione avviata l’8 gennaio scorso, hanno riguardato questa volta tecnici in servizio al IX dipartimento di Roma Capitale (programmazione e attuazione urbanistica), preposti a rilascio delle concessioni edilizie.

In particolare, si tratta di un tecnico del XIV municipio, Giovanni Grillo, finito in carcere, due funzionari del Dipartimento IX del Comune di Roma, Daniele Cacchioni e Massimo Mazzucco, e due ispettori presso lo Spresal (servizio prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro), Rita Del Brocco e Franco Di Carlo ai domiciliari. E obbligo di presentazione davanti all’autorità giudiziaria per sei imprenditori (Federico Savo Sardaro, Antonio Serratore, Silvio Santamaria, Fabrizio Fontana, Alfonso Bruno Fattibene e Paolo Bacolini).

L’operazione, disposta dalla Procura della Repubblica di Roma ed eseguita dai finanzieri del Comando unità speciali della Guardia di finanza capitolina, si collega a quella di inizio anno, soprannominata “Vitruvio”, quando furono eseguite 28 misure cautelari (di cui 22 arresti) per funzionari pubblici, imprenditori e professionisti accusati di corruzione e concussione. Chiedevanotangenti da 1.000-1.500 euro per non rilevare abusi edilizi.

I tecnici del Dipartimento arrestati per reati di corruzione si occupavano di istruire le pratiche edilizie per il rilascio dei titoli abilitativi, come il permesso di costruire, l’approvazione delle varianti in corso d’opera e le concessioni edilizie in sanatoria. Dagli accertamenti eseguiti è emerso che alcuni costruttori per ottenere velocemente l’approvazione dei progetti edilizi si trovavano costretti a sottostare alle richieste illecite dei pubblici ufficiali responsabili delle pratiche.

L’inchiesta, “completamente autonoma da Mafia Capitale”, hanno spiegato i finanzieri, è partita proprio dalla denuncia di due costruttori edili romani, impegnati nelle costruzioni di case nella zona Boccea-Casalotti, che erano vessati per la richiesta di tangenti ed “esasperati dalle continue richieste di denaro”.

“Si tratta di due imprenditori arrivati allo stremo – ha detto il colonnello Dario Fasciani, che dirige il gruppo appalti pubblici della guardia di finanza – avevano uno stato d’animo ormai piegato e questo è il segnale anche di come la società stia cambiando. E’ uno spaccato poco felice anche perché riguarda realtà che dovrebbero garantire i cittadini e che invece alcuni funzionari pubblici tentano di inquinare. Noi con le indagini andremo avanti e anche gli imprenditori sono determinati a darci una mano perché ormai stanchi”.

Gli uomini della Finanza hanno scoperto un vero e proprio tariffario per le tangenti. I cinque pubblici ufficiali erano coinvolti in un giro di mazzette nel settore edile: 6mila euro erano necessari per la dichiarazione di inizio dei lavori, 3mila per le pratiche di sanatoria, 8mila per le varianti e 10 mila per la dichiarazione di fine lavori.

Per evadere i controlli sulle misure di sicurezza erano invece necessari 100 euro. In un episodio, per la costruzione di villette a schiera venivano richiesti 2mila euro l’una, mentre il prezzo per evitare o ammorbidire le attività ispettive della Asl era di mille euro. Per la richiesta delle tangenti, i finanzieri tramite le intercettazioni hanno scoperto l’utilizzo di una valuta fittizia, la ‘latta’, corrispondente a 100 euro. “In alcuni casi – ha affermato il generale Gennaro Vecchione, comandante delle Unità speciali della Finanza – abbiamo scoperto una sorta di corruzione preventiva con tangenti pagate addirittura prima che partissero i controlli”. Anche per i controlli effettuati dagli ispettori della Asl in materia di sicurezza negli ambienti di lavoro è stato ulteriormente rilevato come la corruzione preventiva, con il pagamento di tangenti per evitare controlli ancora prima che venissero pianificati o pensati, avesse assunto forme notevoli, consentendo l’arresto di ulteriori pubblici ufficiali.

Il sistema di malaffare e di corruzione svelato dalle indagini nel settore delle costruzioni residenziali della capitale apre uno squarcio preoccupante sul metodo adottato dai pubblici ufficiali indagati. Si rilevano, infatti, episodi di corruzione sia nella fase preliminare, nel momento in cui venivano presentati i progetti al IX Dipartimento per ottenere il titolo autorizzativo, sia nella fase esecutiva, quando i tecnici dell’ispettorato edilizio dei vari Municipi effettuavano i controlli nei cantieri, non rilevando gli abusi. Anche per quanto riguarda i controlli effettuati dagli ispettori dell’Asl per la sicurezza negli ambienti di lavoro è stato rilevato come la corruzione preventiva abbia assunto forme preoccupanti consentendo l’arresto di ulteriori pubblici ufficiali.

Le indagini delle fiamme gialle proseguono. Intanto l’assessore comunale alla Trasformazione Urbana Giovanni Caudo “ha espresso la piena e totale collaborazione del Dipartimento e della Amministrazione capitolina con la magistratura e le forze dell’ordine, il cui lavoro è positivamente volto a fare pulizia e chiarezza”.

La Finanza ha chiesto di acquisire documenti a partire dal 2010. “Intenti, questi, che corrispondono pienamente all’indirizzo dell’assessorato e della giunta di Ignazio Marino. Ricordo inoltre che già nell’ottobre 2013, appena insediato, ho operato una rotazione di tutti i dirigenti delle unità organizzative, una operazione che non avveniva da decenni e che a ruota ha consentito di dare un segnale chiaro sul cambio di atteggiamento a tutti i livelli degli uffici, sia dell’edilizia che dell’urbanistica. Una iniziativa che questa amministrazione vuole far diventare una regola, presa anche a tutela dei tanti dirigenti e dei funzionari che svolgono con dedizione e correttezza il loro lavoro”.

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