Sant’Arpino – La Pro Loco di Sant’Arpino, attraverso il presidente Aldo Pezzella, si complimenta con i propri concittadini nonché valenti artisti Rosa Persico e Francesco Capasso le cui opere sono state esposte in due prestigiosi eventi d’arte organizzati a Napoli e Firenze.
“Da anni – sottolinea Pezzella, presidente del trentennale sodalizio di via Marconi – la Pro Loco è attenta ai fenomeni artistici nazionali e internazionali così come dimostra l’impegno profuso per la fondazione e gestione della Pinacoteca di Arte Contemporanea “M. Stanzione”, situata nel nostro bellissimo Palazzo Ducale “Sanchez de Luna”, che nel corso della sua ventennale attività ha ospitato rassegne d’arte di grande pregio scientifico, culturale e artistico. Non possiamo dunque non gioire quando alcuni figli della nostra terra proprio per la loro talentuosa produzione artistica vengono gratificati con esposizioni in contesti di straordinario prestigio culturale e artistico. E’ il caso di Rosa Persico e Francesco Capasso, da tempo impegnati in una originale quanto interessante ricerca e sperimentazione artistica che gli è valsa in questi anni numerose attestazioni di stima e importanti riconoscimenti dalla critica e che ora ha avuto un’ennesima consacrazione con l’esposizione delle loro opere rispettivamente a Napoli e a Firenze. Di ciò siamo profondamente orgogliosi e non possiamo esimerci dal rivolgere loro vive congratulazioni in attesa di organizzare con loro una importante iniziativa a Sant’Arpino”.
Rosa Persico ha preso parte a “Rewind. Arte a Napoli 1980-1990”, antologica curata da Angela Tecce a Napoli presso Castel Sant’Elmo e che ha visto la partecipazione di artisti del calibro di Mimmo Paladino, Luigi Mainolfi, Nino Longobardi, Ernesto Tafafiore.
L’esposizione ha raccolto artisti, opere e documenti che descrivono gli avvenimenti di quegli anni cruciali, delineando una vicenda di respiro complesso, che si è mossa su piani paralleli, in cui hanno convissuto aperture a linguaggi internazionali, sperimentazioni di giovani e l’attività dei maestri. L’esposizione realizzata dalla Soprintendenza Speciale per il patrimonio storico, artistico, etnoantropologico e per il Polo museale della città di Napoli e della Reggia di Caserta, è stata promossa e finanziata dal Servizio architettura e arte contemporanee della Direzione Generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Rewind. Arte a Napoli 1980-1990 è dedicata alla nuova generazione di artisti napoletani attiva negli anni Ottanta e a coloro che in quel decennio testimoniano con il loro lavoro la svolta radicale del linguaggio figurativo che ha fatto parlare di “fine dell’avanguardia”.
Francesco Capasso, invece, presso la sede di “Acqua al 2”, in via della Vigna Vecchia a Firenze, è stato protagonista dell’inedito progetto artistico ideato dai duepernove (Francesco Capasso Annamaria Natale) per le pareti della sala interna della sede fiorentina. I due artisti che da tempo sperimentano i linguaggi della nuova figurazione, muovendosi liberamente dalla pittura al video, dall’installazione alla scultura, alla fotografia, hanno esplorato i luoghi del gusto, dove il cibo non è mai “solo cibo” e le materie prime ancor prima di essere trasformate dall’alta cucina, vivono un’era delle meraviglie; nel perduto giardino delle delizie, in cui tutto era possibile. Si sono addentrati in un universo sconosciuto di suggestioni appena accennate, attraverso un viaggio che porta all’estremo i limiti della nostra percezione, evocazione dei piaceri e dei sensi. Un filo sottile lega il cibo all’uomo e a quel luogo sgretolato e lontano che non conosceremo mai esattamente, geograficamente inspiegabile come un sogno. Nel giardino immaginario dove le cose perdono la loro collocazione originaria, per un attimo franano le dimensioni, l’aspetto e la consistenza, con sorprese che sembrano incontri e ricordi, e la parvenza delle cose e dei desideri è cibo vivo e pulsante come il cuore umano in metamorfosi. Sulle pareti, le singole opere, disegni su carta intelata, fotografie e sculture in ceramica raku, linguaggio del nuovo alfabeto del gusto, formano un patchwork visivo di senso compiuto, attraverso accostamenti insoliti e visionari.