L’esordio di Mattarella: “Sarò arbitro imparziale”

di Redazione

Roma – È il giorno di Sergio Mattarella. Il nuovo presidente della Repubblica ha giurato davanti alle Camere riunite in seduta comune, assumendo ufficialmente pieni poteri.

“Avverto la responsabilità di rappresentare l’unità”, ha detto  nel suo primo discorso. Il lavoro, la crisi economica, la mafia, il terrorismo di ieri e di oggi (“Falcone e Borsellino due eroi”): sono alcuni dei temi trattati dal presidente della Repubblica nel messaggio di insediamento nel corso del quale ha ricordato anche Stefano Tachè, il bambino ucciso nel 1982 nella sinagoga di Roma.

Mattarella ha spiegato che “nel linguaggio corrente si è soliti tradurre il compito del capo dello Stato nel ruolo di un arbitro, del garante della Costituzione. E’ una immagine efficace. All’arbitro compete la puntuale applicazione delle regole. L’arbitro deve essere – e sarà – imparziale. I giocatori lo aiutino con la loro correttezza”.

Nel discorso, che ha strappato 42 applausi in 30 minuti, il Capo dello Stato (che ha ricordato e ringraziato i predecessori Ciampi e Napolitano) ha insistito molto sul tema della crisi economica, “che ha inferto ferite e prodotto emarginazione e solitudine, tante difficoltà hanno colpito occupazione e creato esclusione”. Quelli economici sono “punti di un’agenda esigente, su cui viene misurata la distanza tra istituzioni e popolo. Dobbiamo scongiurare il rischio che la crisi intacchi il patto sociale sancito dalla Costituzione”.

“Siamo tutti chiamati ad assumere la responsabilità primaria di riaccostare gli italiani alle istituzioni”, ha detto inoltre il Capo dello Stato.
“Vogliamo un popolo sempre più libero, sicuro e solidale. Un popolo che si senta davvero comunità e che cammini verso un futuro di serenità e di pace”. E con “Viva la Repubblica, Viva l’Italia”, Mattarella ha quindi chiuso il suo primo discorso da presidente.

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