Aja – Non impedirono il genocidio ma non ne sono responsabili, è questa la sentenza della Corte Internazionale di Giustizia che ha decretato che nè Serbia nè Croazia sono direttamente colpevoli del crimine compiuto durante le guerre balcaniche dei primi anni Novanta.
Il presidente della massima istanza Onu, il magistrato e diplomatico slovacco Peter Tomka, ha osservato che le rispettive forze commisero sicuramente atrocità nei territori da esse occupati, ma “solo in alcuni degli episodi esaminati sono stati riscontrati gli estremi del genocidio, non in tutti”. Per dimostrare il crimine in questione, ha spiegato il magistrato “sono necessarie prove che dimostrino il proposito deliberato di eliminare un determinato gruppo etnico, sul piano fisico ovvero psicologico”, prove che non sarebbero state fornite dai due Paesi.
Dovranno rispondere solo di “non aver impedito il crimine”, ha detto il presidente nel corso di una pubblica udienza all’Aja.
Inoltre i giudici hanno constatato che all’epoca dei fatti Serbia e Croazia appartenevano ancora alla vecchia Jugoslavia, e per questo non riceveranno gli indennizzi finanziari richiesti.
L’unico episodio di genocidio sarebbe stato identificato nella carneficina dei Balcani, nel massacro di Srebrenica del 1995, in Bosnia. In quel caso, nel 2004, la sentenza di colpevolezza fu emessa non dalla Corte di Giustizia delle Nazioni Unite ma da un Tribunale Penale Internazionale Onu ad hoc e furono chiamate in causa le milizie irregolari serbo-bosniache, non lo Stato serbo.
Il presidente serbo, Tomislav Nikolic: “Anche da parte delle più alte istituzioni giudiziarie dell’Onu è stato confermato che le forze croate commisero crimini di massa contro i serbi di Croazia – ha detto commentando il verdetto della Corte internazionale di giustizia dell’Aja -Con ciò, nonostante le ingiustizie, è stato fatto un passo incoraggiante. Spero sinceramente che ora la Serbia e la Croazia, in buona fede, risolvano insieme tutte le questioni che ostacolano i tentativi di portare la nostra regione verso un periodo di pace duratura e prosperità”.
Il primo ministro croato, Zoran Milanovic: “Non siamo contenti, accettiamo il verdetto in modo civile, ma la Croazia non rinuncerà mai a insistere sulla necessità che venga fatta luce sulla sorte delle persone scomparse e che la Serbia restituisca i beni culturali portati oltreconfine durante la guerra”.
Durante il conflitto serbo-croato, durato dal 1991 al 1995, morirono oltre 20mila persone.