Ubi, perquisizioni in tre sedi: indagati i top manager e Bazoli

di Redazione

Bergamo – Gli uomini del nucleo speciale valutario della Guardia di finanza hanno eseguito una nuova serie di perquisizioni nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla procura di Bergamo su Ubi Banca nella quale sono da tempo indagati, fra gli altri, i top manager dell’istituto Victor Massiah, Franco Polotti e Andrea Moltrasio, e l’attuale presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa, Giovanni Bazoli, nella sua veste di presidente del consiglio direttivo di una associazione di soci di Ubi.

Lo ha riferito una fonte a diretta conoscenza del dossier, aggiungendo che le perquisizioni stanno avvenendo presso strutture riferibili alla banca a Milano, Bergamo e Brescia, e che riguardano il filone d’inchiesta che era stato aperto con l’ipotesi di reato di ostacolo alle funzioni di vigilanza su presunti patti parasociali nell’iter che diede vita a Ubi.

Ubi, sentita da Reuters, non ha commentato. Il 14 maggio scorso, all’emergere dell’inchiesta, tutti gli indagati avevano difeso il proprio operato, assicurando massima collaborazione alle autorità. Il nuovo sviluppo d’indagine si verifica dopo il varo da parte del governo, lo scorso 20 gennaio, del decreto legge sulla governance delle banche popolari che abolisce il voto capitario.

Le attività di mercoledì riguardano il filone d’inchiesta che era stato aperto con l’ipotesi di reato di ostacolo alle funzioni di vigilanza su presunti patti parasociali nell’iter che diede vita a Ubi, alla quale si è aggiunta una nuova ipotesi di reato, quella di “influenza indebita sull’assemblea”.

L’indagine si riferisce all’assemblea della banca del 2013, che nominò il consiglio di sorveglianza, e ipotizza che vennero illecitamente raccolte deleghe in bianco. Ubi e Confiab non hanno al momento commentato.

La Compagnia delle Opere di Bergamo, attraverso il suo presidente Alberto Capitanio, ha dichiarato che “sta favorendo l’acquisizione dei documenti richiesti”. Le perquisizioni presso la sede bergamasca dell’associazione vicina a Cl e alla confederazione artigiani, sono motivate dal fatto che gli investigatori ipotizzano che membri di queste strutture avessero preso parte alla raccolta delle deleghe sotto accusa.

Con l’atto di mercoledì, aggiunge la fonte, l’inchiesta si allarga infine ad ulteriori cinque o sei indagati, fra ex responsabili delle associazioni perquisite e consulenti. Il 14 maggio scorso, all’emergere dell’inchiesta, tutti gli indagati avevano difeso il proprio operato, assicurando massima collaborazione alle autorità.

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