Mattarella in visita privata a Palermo con un volo di linea

di Redazione

Mattarella - volo Alitalia

Roma – Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha lasciato Roma per andare in visita privata a Palermo con un volo di linea Alitalia da Fiumicino. E’ la prima volta, con il solo precedente di Sandro Pertini, che un capo di Stato preferisce un volo civile a un volo di Stato (mentre a Capodanno la scelta opposta del premier Matteo Renzi aveva fatto discutere). A stigmatizzare la differenza ci pensa subito il M5s che parla di “ottimo esempio contro le spavalderie di Renzi sulla neve” a Courmayeur.

Mattarella è arrivato nel pomeriggio nella città natale, per la prima volta dopo la sua elezione. Il presidente della Repubblica si è recato a Castellammare del Golfo per visitare la tomba di famiglia nella quale riposano la moglie Marisa e il fratello Piersanti, ucciso dalla mafia. Sul posto un ampio schieramento di forze dell’ordine. La strada di accesso al camposanto è stata chiusa. A seguire, il capo dello Stato è stato accolto da un lungo applauso al suo arrivo davanti alla sua abitazione in via Libertà a Palermo. Mattarella non si è fermato con i cittadini che erano sul marciapiedi di fronte e neppure con i giornalisti.

Intanto, a meno di due settimane dalla sua elezione, il presidente ha fatto le prime nomine del nuovo staff del Quirinale. Comincia dunque a delineare i contorni dei suoi nuovi uffici, anche se alcune caselle chiave verranno ricoperte solo nei prossimi giorni, forse già a metà della prossima settimana. Impegnato in questo compito e nel colloquio con il Guardasigilli Andrea Orlando, il Capo dello Stato si è tenuto informato del movimentato iter delle riforme, di cui nel discorso di insediamento ha ricordato l’importanza.

Ma ha deciso di non rispondere direttamente agli appelli delle opposizioni che chiedevano un suo intervento nella bagarre, anzi nel vero muro contro muro, che si è verificata alla Camera. Mattarella ha fatto sapere che riceverà i gruppi che ne hanno fatto richiesta da martedì, separatamente.

Un modo, sicuramente, per far depositare un po’ le polveri. E anche, spiegano al Quirinale, per chiarire che ogni istituzione è autonoma: la Camera fa il suo lavoro ed ha organi di autocontrollo, la presidenza della Repubblica non interviene nei singoli passaggi e nelle singole decisioni procedurali, per le quali esiste una netta autonomia. E valuta le leggi quando giungono sul suo tavolo, non prima. Del resto, parlando in aula alla Camera nel giorno del giuramento, il Presidente era stato chiaro: “Senza entrare nel merito delle singole soluzioni, che competono al Parlamento, nella sua sovranità” aveva fatto presente, “desidero esprimere l’auspicio che questo percorso sia portato a compimento con l’obiettivo di rendere più adeguata la nostra democrazia”.

Rispetto dei diversi poteri dello Stato, dunque, che viene interpretato invece dai Cinque Stelle come una mancata assunzione del ruolo di garante: “Con la chiusura delle votazioni sulle riforme costituzionali è arrivato il primo fallimento di Mattarella. Italia senza garante”. Lo scrive su Twitter Daniele Del Grosso, deputato M5S, commentando il via libera nella notte al ddl riforme di costituzionali con le opposizioni fuori dell’aula della Camera.

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