Aversa – Cristian Shiro De Luca, il 28enne di Villa Literno, autore dello scippo in via Seggio ai danni di una studentessa, è stato condannato con rito abbreviato alla pena di sette anni e sei mesi di reclusione, oltre ad una multa, come richiesto dal pm Diana Russo. L’altro indagato, Alessandro Bocchino, ha scelto il rito ordinario.
Nella notte tra il 13 e 14 settembre scorso, in compagnia di quest’ultimo, De Luca aveva quasi ridotto in fin di vita la studente lavoratrice di 23 anni, Francesca di Donato, originaria di Sant’Antimo, ma residente da tempo a Trentola Ducenta, che sino a pochi minuti prima aveva lavorato in uno dei locali più alla moda della movida aversana di via Seggio.
Gli uomini del commissariato di Aversa che, coordinati dal dirigente Paolo Iodice, avevano sin dalle prime ore successive allo scippo, individuato i due giovani, anche grazie ad una famigerata Fiat Punto di colore scuro e ad alcuni fotogrammi di telecamere di videosorveglianza degli esercizi commerciali, accertavano che il giovane aveva compiuto almeno altri tre scippi con le stesse modalità in quello stesso posto, alla confluenza di via Seggio con piazza Marconi. Solo che nei tre precedenti casi si era avuto ‘solo’ lo scippo, senza conseguenze fisiche per le malcapitate vittime.
Nei suoi il competente magistrato della procura del tribunale di Aversa – Napoli Nord il 4 ottobre aveva emesso la conferma dell’arresto avvenuto a Sassuolo, in Emilia, il 30 settembre.
Il giovane, immediatamente dopo l’ultimo scippo, quando aveva intuito che in tal caso l’aveva fatta grossa e che stava per essere arrestato, aveva raggiunto il comune emiliano (dove aveva dei conoscenti) senza portarsi dietro nemmeno il telefonino cellulare per non lasciare tracce dietro di se. Quando gli agenti lo avevano finalmente individuato in un bar del paese, mentre era intento a giocare a poker con alcuni compaesani immigrati al Nord, dapprima cercava di scappare; poi, bloccato, tentava di defilarsi provando a rifilare ai poliziotti, giunti da Aversa, un falso nome. Ma lo stratagemma non riusciva e per lui, dopo le formalità disbrigate negli uffici del commissariato di Sassuolo, iniziava il viaggio verso Aversa.