Tsipras: “Non firmeremo”. Ue: “Non esiste piano B”

di Redazione

Il giorno dopo la rottura fra Eurogruppo e Atene, sull’estensione del programma di salvataggio, continua il braccio di ferro tra Ue e Grecia.

Se da una parte il portavoce della Commissione europea Margaritis Schinas ribadisce che non esiste un “Piano B” nel caso in cui il governo di Tsipras non si decida a chiedere l’estensione di 6 mesi del programma di aiuti finanziari, dall’altra il portavoce del governo ellenico Gavriil Sakellaridis, dalla tv greca fa sapere che Atene non firmerà.

Intanto, il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, fa sapere che “spetterà solo ad Atene decidere” se restare nell’euro. E ha aggiunto che se la Grecia uscirà si “creerà una situazione molto difficile” sia per Atene che per l’Europa.

E nelle ultime ore è diventato un caso politico la vignetta pubblicata la settimana scorsa sul giornale di Syriza, il partito di governo greco, che mostra Schauble in uniforme nazista. Sotto la didascalia, “I negoziati sono iniziati”, in un riferimento alle trattative con l’Eurogruppo sul debito. “Varoufakis è venuto da me ieri – ha raccontato lo stesso Schaeuble – e ha detto che si vergognava terribilmente”. Schaeuble “ha perso le staffe”, avrebbe detto invece Tsipras.

Le proposte dell’Eurogruppo ad Atene, di rispettare gli impegni dell’attuale piano di salvataggio, “sono assurde ed inaccettabili”. Il governo greco ha rifiutato con questa posizione l’ipotesi di intesa avanzata nel vertice a Bruxelles sulla situazione finanziaria del Paese. L’esecutivo ha respinto in particolare la proposta dei partner dell’Eurozona di accettare un’estensione di sei mesi del programma di bailout rispettando i termini dell’accordo contratto con i creditori.

Al nulla di fatto, è seguito un ultimatum da parte dell’Eurogruppo: la Grecia ha fino a giovedì per decidere se chiedere l’estensione del programma, in modo da poter avere un Eurogruppo straordinario venerdì che possa valutare la sua richiesta. “L’estensione è l’unica strada”, ha detto Pierre Moscovici.  Ecco la bozza che è stata presentata all’esecutivo di Atene e che è stata rifiutata.

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