NAPOLI. Undici falchi della squadra mobile della questura di Napoli sono stati arrestati dalla polizia con laccusa di peculato e falso in atto pubblico.
Altri due, che hanno collaborato con gli inquirenti sono indagati a piede libero. I poliziotti avrebbero redatto un falso verbale in occasione dell’arresto di cinque rapinatori. Il 20 febbraio scorso una pattuglia dei Falchi intervenne nel porto in seguito alla segnalazione di una rapina di un camion carico di prosciutti ed altri generi alimentari. Gli agenti chiamarono in ausilio altri colleghi e redassero un verbale che si è poi rivelato falso. In particolare, i poliziotti, secondo l’accusa, trattennero per loro una parte del carico. Indagini sono in corso da parte della Procura per verificare se si siano verificati altri episodi analoghi. Le indagini sono state coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli. I provvedimenti richiesti dai pm Paolo Sirleo e Maria Sepe sono stati emessi dal gip Claudia Picciotti.
Le indagini – si legge in una nota della Questura – sono state avviate d’iniziativa da parte di quest’ufficio che, a seguito di un controllo sui verbali redatti dagli operanti, aveva rilevato delle anomalie che lasciavano trasparire la non regolarità di un intervento che aveva consentito l’arresto in flagranza di reato di cinque rapinatori. A seguito delle risultanze d’indagine – conclude la nota – la locale Procura della Repubblica ha richiesto l’emissione di provvedimenti restrittivi al giudice che ha approvato nella sua completezza il quadro probatorio e le responsabilità accertate.
Un quintale e mezzo di gnocchi di patate. Quarantadue chili di polenta. Diciassette di spalla cotta. Cinque quintali di prosciutto cotto. Quaranta chili di mortadella “gran sapore”. Quaranta chili di salame “Napoli”. Otto chili di prosciutto cotto in tranci. Sei chili di salamini. Questi i prodotti che i tredici agenti dei “falchi” – sono accusati di avere razziato lo scorso 20 febbraio, dopo aver ritrovato un Tir rapinato poco prima nel porto mentre era in attesa di imbarcarsi per la Sicilia.
L’episodio è ricostruito nell’ordinanza di custodia del gip Claudia Picciotti, che definisce “saccheggio” l’operato degli agenti. L’autoarticolato fu ritrovato in via delle Brecce, non lontano dal luogo della rapina; nella cabina, legato e insanguinato, c’era l’autotrasportatore sequestrato dai banditi. Cinque persone, intente a svuotare il Tir e a trasferire la merce su un altro veicolo, furono arrestate. Gli agenti ebbero la disponibilità della merce dalle 17.45 alle 23.55: dopo aver aperto gli imballaggi delle derrate alimentari, se ne appropriarono, caricando gnocchi e salumi su un’Alfa 156 di servizio fatta arrivare appositamente e sull’auto privata di uno di loro. Alla razzia presero parte dodici agenti che quel pomeriggio erano di turno e uno che risultava assente per malattia, chiamato dai colleghi.
Dalle indagini è emerso che il conducente del Tir si era accorto che i poliziotti si impadronivano dei prodotti alimentari, ma aveva preferito non denunciare. Uno dei due agenti che hanno confessato ha raccontato che la merce fu trasportata nel quartiere di Chiaiano, dove uno degli arrestati possiede una società di catering.