Roma – Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, conferma lo stop ai cosiddetti co.co.pro. “Pensiamo – ha spiegato Poletti – di fare una operazione che blocca la possibilità di fare nuove collaborazioni a progetto e, su quelle che ci sono, bisogna cercare di trovare una modalità di gestione della transizione”. L’annuncio è arrivato al termine dell’incontro con le parti sociali sul decreto attuativo del Jobs act sulle tipologie contrattuali.
“Stiamo lavorando a una rideterminazione del confine tra lavoro autonomo e lavoro subordinato, per chiarire anche le partite Iva”, aggiunge Poletti. E alla domanda se questo porterà alla nascita di un nuovo contratto, quello “economicamente dipendente”, il ministro conferma che “è sul tavolo” ma “se riusciamo a risolvere questo tema senza introdurre una nuova formula contrattuale, la evitiamo”. Invece, per quanto riguarda i co.co.co., Poletti sottolinea che “ci sono situazioni specifiche nel pubblico e nel privato e vanno valutate”.
I lavoratori con un contratto a progetto sono poco più di mezzo milione di persone, con un reddito medio inferiore ai mille euro al mese. Secondo l’ultimo rapporto dell’Inps riferito al 2013, 266.925 sono donne con un reddito medio che è poco meno della metà di quello degli uomini con 7.035 euro denunciati nel 2013 contro i 13.820 medi degli uomini.
Il governo punta anche all’eliminazione dell’associazione in partecipazione, forma contrattuale che, sempre secondo i dati Inps riferiti al 2013, riguarda 41.894 persone con un compenso medio annuo ancora più basso di quello dei collaboratori a progetto (8.446 euro, 7.703 medi per le donne, 9.221 medi per gli uomini).