Firenze – Dopo la scelta del volo di linea per raggiungere Palermo, anche per la prima visita ufficiale fuori Roma, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha scelto i trasporti pubblici e ha deciso di viaggiare in treno.
Si è recato martedì mattina a Firenze per l’inaugurazione della Scuola superiore della magistratura di Castelpulci. Giunto nel capoluogo toscano in compagnia di Andrea Orlando, ministro della giustizia, ha preso un tram per raggiungere la località di Scandicci e poi in auto è arrivato all’istituto. Ad attenderlo il presidente della Scuola, il giurista Valerio Onida, il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini e il presidente del Senato Pietro Grasso.
“Al magistrato – ha detto Mattarella ai giovani della scuola – si richiede una costante tensione culturale che trova fondamento in studi e aggiornamenti continui ma si nutre anche di una profonda consapevolezza morale nella terzietà della funzione giurisdizionale. Si tratta di una sfida tanto più impegnativa in un contesto di crescenti attese da parte dei cittadini nei confronti della giustizia. Il bisogno di legalità è fortemente avvertito nel nostro Paese”.
Per il giurista essere magistrato è “un compito né di protagonista assoluto del processo né di burocratico amministratore di giustizia. Si tratta di due atteggiamenti che snaturano la fisionomia della funzione esercitata”, ha aggiunto.
Ricordando Calamandrei, ha proseguito: “Il pericolo maggiore che in una democrazia minaccia i giudici è quello dell’assuefazione, dell’indifferenza burocratica, dell’irresponsabilità anonima”.
Ha poi concluso sottolineando tre importanti necessità per la giustizia italiana: “L’ordinamento della Repubblica esige che il magistrato sappia coniugare equità e imparzialità, fornendo una risposta di giustizia tempestiva per essere efficace, assicurando effettività e qualità della giurisdizione”.