NAPOLI. Trentadue villette abusive sono state sequestrate dai carabinieri e dalla polizia municipale a Licola, frazione di Giugliano (Napoli), sul litorale domitio.
Trepersone, un 47enne di Napoli e la madre, di 71, pensionata, proprietari degli immobili e il costruttore costruttore, F.F., 47 anni, di Pianura,sono stati denunciati per abusivismo edilizio. Il valore degli immobili sequestrati è di circa6 milioni di euro.
Le villette sequestrate, rifinite lussuosamente e con giardino annesso, sorgono su un’ area di circa 10 mila metri quadrati in via Reginelle e sono tutte abitate. Le abitazioni sono servite dalla rete idrica ed allacciate alla rete fognaria, ma realizzate senza licenza edilizia.
I carabinieri hanno accertato che madre e figlio avevano venduto le villette fornendo agli acquirenti una falsa documentazione sulla data di costruzione delle abitazioni e le pratiche di condono, che erano in realtà inesistenti.
L’operazione è stata realizzata dagli agenti del Comando di Polizia Municipale, diretti dal comandante Antonio Baldi, e dai carabinieri di Varcaturo. Gli agenti hanno apposto i sigilli ad un complesso immobiliare situato in via Reginelle e ad uno stabile in costruzione in Vicinale Scuotto, entrambi a Licola. E hanno appurato che le 32 unità immobiliari di via Reginelle erano autonomamente fruibili, collegati alle fognature comunali, con allaccio elettrico ed idrico per 4mila metri quadri circa. Il costruttore era già stato denunciato nell’ultima operazione dei vigili urbani del 9 aprile, quando furono apposti i sigilli a 42 ville.
Dalle indagini è emerso che le abitazioni erano state vendute con un regolare atto notarile e che il venditore aveva dichiarato (verbalmente e senza presentare atti) una presunta sanatoria. L’atto di vendita aveva anche permesso l’accensione di mutui presso diversi istituti di credito. I parchi sottoposti a sequestro – Reginelle e Delle Palme – sono formati da 32 villette da circa 90 metri quadri ciascuna, attualmente occupate dai proprietari (le costruzioni risalgono al 2005 ed hanno un valore di circa 5,5 milioni di euro complessivi). E’ anche emerso che i numeri di protocollo apposti sulle licenze corrispondevano a certificati di residenza, di matrimoni e altro.