Roma – E’ bufera nel mondo giuridico dopo l’approvazione alla Camera del disegno di legge che muterà le regole sulla responsabilità civile dei magistrati.
Duecentosessantacinque i si, 51 i no, 63 gli astenuti tra cui Lega, Fi, Sel, Fdi e Alternativa Libera, mentre i cinque stelle hanno votato contro.
“Anni di rinvii e polemiche, ma oggi la responsabilità civile dei magistrati è legge! #passodopopasso #lavoltabuona”, twetta Renzi.
“E’ un passaggio storico. La giustizia sarà meno ingiusta e i cittadini saranno più tutelati”, ha commentato il ministro della giustizia, Andrea Orlando.
La nuova legge va a riformare la legge Vassalli del 1988 e offre al cittadino una maggiore possibilità di fare ricorso; innalza la soglia economica di rivalsa del danno, che può arrivare fino alla metà stipendio del magistrato; elimina il filtro di ammissibilità dei ricorsi; e la responsabilità scatta anche in caso di negligenza grave e travisamento del fatto e delle prove.
In merito all’accusa del pentastellato Alfonso Bonafede secondo cui la nuova legge non è altro che “un’intimidazione ai magistrati”, la presidente della Commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti ha spiegato che sono stati introdotti dei “correttivi” per cui: “A chi parla del travisamento dei fatti e delle prove come di un’estensione impropria, dico che questa è un’indicazione europea, e non produce un automatismo sul magistrato, che può essere chiamato in causa solo in caso di negligenza inescusabile – ha detto la Ferranti, sottolineando che – il danno c’è solo nel caso in cui il travisamento è macroscopico e evidente”.
Tuttavia, i magistrati sembrano non essere d’accordo e piovono le polemiche. “E’ un pessimo segnale, la politica approva una legge contro i magistrati – commenta l’Associazione nazionale – mentre c’è una corruzione dilagante”.
“La politica – ha detto il leader del sindacato delle toghe Rodolfo Sabelli – oggi ci ha detto che uno dei primi problemi della giustizia italiana sono i magistrati; la criminalità, i processi che non si fanno, sono invece problemi che possono attendere. E’ una scelta della politica che non ha ancora approvato una riforma sulla corruzione, sul falso in bilancio, ma si precipita a votare una legge contro i magistrati che combattono la corruzione”.
“Con questa nuova norma – ha proseguito – si intacca il profilo dell’indipendenza dei magistrati. Vi è un rischio di azioni strumentali dando la possibilità alla parte processuale più forte economicamente di liberarsi di un giudice scomodo. E’ una strada pericolosa verso una giustizia di classe”.
“Il ministro Orlando parla di un giorno storico per la giustizia, ma lo è in termini di negatività. I risultati saranno negativi per i cittadini perché chi farà causa a una multinazionale si troverà solo contro una parte molto più forte, a cui viene regalato uno strumento per alterare le regole del giudizio. Il pericolo è l’inversione di ruolo: chi è chiamato a giudicare diventerà il soggetto sottoposto a giudizio da parte di chi dovrebbe essere giudicato”, ha concluso Sabelli.