Roma – Una nota del governo, nel tardo pomeriggio, a borse ormai chiuse, prova a silenziare il gran rumore generato dall’annuncio del gruppo Mediaset di puntare al controllo di Rai Way con una pubblica offerta di acquisto e scambio attraverso la controllata Ei Towers, proprio la principale concorrente di Rai Way. Nella nota si conferma “l’apprezzamento da parte del mercato della scelta compiuta dal governo di valorizzare la società facendola uscire dall’immobilismo nel quale era confinata”, ma si ricorda anche che, “considerata l’importanza strategica delle infrastrutture di rete, un Decreto della presidenza del Consiglio dei ministri del 2 settembre 2014 ha stabilito di mantenere in capo a Rai una quota non inferiore al 51%” di Rai Way.
Esattamente quanto in giornata diversi esponenti del Pd membri della Commissione di vigilanza Rai avevano spiegato, in parte in risposta agli attacchi dell’opposizione, in parte per denunciare da parte di Mediaset una manovra “provocatoria, illegittima” e remunerata in Borsa. In effetti, il titolo Rai Way ha chiuso in forte rialzo, volando a +9,46%, in rialzo anche il titolo Ei Towers (+5,26%) e Mediaset (+1,35%).
Attacchi giunti soprattutto dal M5s, i cui deputati in Commissione trasporti, poste e telecomunicazioni della Camera, chiedono l’intervento dell’Antitrust e denunciano l’operazione come il coté televisivo del “Patto del Nazareno”. “La frettolosa quotazione in borsa di Rai Way, denunciata con forza dal M5s nei mesi scorsi, conduce oggi a una prevedibile conseguenza: il principale concorrente Ei Towers, di proprietà del gruppo Mediaset, ha lanciato un’Opa per l’acquisizione del controllo della società pubblica”.
“Ove l’operazione dovesse andare in porto – proseguono i deputati M5s – la trasmissione del segnale dei canali Rai sarebbe nella disponibilità del gruppo Mediaset. Per il M5s questo significa una cosa sola: continua il Patto del Nazareno televisivo, una risorsa pubblica messa sul mercato sta per essere fagocitata dal gruppo Mediaset. Auspichiamo un intervento deciso dell’autorità Antitrust per scongiurare la creazione di un monopolio in un mercato strategico a tutela dei consumatori, degli operatori e in ultima istanza di quel che rimane del pluralismo nel nostro Paese”.
Il presidente della Commissione di vigilanza Rai è proprio un esponente di primo piano del M5s, Roberto Fico. Che su Facebook ricorda la sua “profezia”: “A maggio Berlusconi, ospite a Porta a Porta, mi definì un buffone perché denunciavo la possibilità di un’intesa tra lui e Renzi sulla vendita di Rai Way (…). Cosa succede a meno di un anno di distanza? Chi è allora il buffone?”.
In allarme il sindacato dei giornalisti Rai. Se l’Opa di Mediaset “andasse in porto – denuncia in una nota l’Usigrai – determinerebbe una concentrazione tale da mettere a rischio anche la libertà di informazione”. E dal sindacato parte la stessa richiesta espressa da Articolo 21: “Regolare definitivamente i conflitti di interesse”. Usigrai si rivolge al governo, con il quale “abbiamo avviato contatti. Chiediamo chiarezza al governo e chiediamo all’Antitrust di aprire con urgenza un fascicolo. Le torri della Rai Servizio Pubblico devono restare in mano pubblica. E’ un principio che l’Usigrai ha affermato dall’inizio di questa vicenda esprimendo sempre allarme e contrarietà e decidendo persino di acquistare alcune azioni di Rai Way, ed è quello che andremo ad affermare con forza nell’assemblea dei soci”.
Anche la Federazione Nazionale della Stampa è sulla stessa linea: necessità e urgenza “di regolare una volta per tutte la delicata materia dei conflitti di interesse e di mettere a punto nuove norme antitrust” si legge in una nota. Proprio “l’iniziativa del più grande gruppo televisivo privato italiano” deve convincere “governo e parlamento a procedere senza indugi alla riforma della Rai e del sistema pubblico radiotelevisivo nel suo complesso”, attraverso cui passa “la difesa del pluralismo, della qualità e dell’autonomia dell’informazione” conclude Fnsi.