Raqqa – Sembra non esserci fine alle atrocità compiute dai miliziani del Califfato che hanno diffuso nuove immagini su Twitter.
Mentre il resto del mondo sembra ancora indeciso sulla strategia da utilizzare per sventare gli attacchi terroristici, le uccisioni proseguono in Siria, in particolare a Tel Abiad, a nord di Raqqa, dove un giovane è morto per il suo orientamento sessuale.
L’uomo, accusato di essere gay, di aver commesso atti di sodomia e quindi “di essere figlio di Lot”, è stato lanciato dal tetto di un edificio. Prima del lancio, gli sono stati legati mani e piedi ed è stato bendato.
Ad acclamare il boia, un jihadista a volto coperto che con un megafono ha spiegato i motivi dell’esecuzione, una gran folla che ha contribuito all’omicidio.
Non bastava che la vittima venisse lanciata per schiantarsi al suolo, ma era necessario che il suo corpo, ormai privo di vita, continuasse ad essere sfregiato da pietre lanciate dai partecipanti al corteo.
Fonti locali hanno confermato la presenza di un gran numero di bambini al momento dell’uccisione; mentre lontano dagli uomini, assistevano anche tre donne rigorosamente con indosso il niqab.
A confermare la notizia Rita Katz, direttrice del Site, il sito di monitoraggio del jihadismo sul web.
Le immagini raccapriccianti del crimine sono state diffuse su Twitter. Le foto mostrano due combattenti che lanciano l’uomo dal tetto, il suo conseguente schianto al suolo e il coinvolgimento della folla, soggiogata a un’ideologia senza senso o costretta a partecipare per non perdere la vita.
Intanto, il web continua ad essere il mezzo favorito dai jihadisti per diffondere i loro orrori mascherati da gesta eroiche.