NAPOLI. Sono cominciati lunedì mattina, negli uffici della Procura di Napoli, gli interrogatori nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti per la sicurezza e in particolare per la realizzazione del Cen, il centro elaborazione dati della polizia che doveva sorgere nel parco di Capodimonte.
Tre i testimoni convocati oggi dal procuratore aggiunto Rosario Cantelmo e dai sostituti Vincenzo D’Onofrio, Raffaello Falcone e Pierpaolo Filippelli; tra loro c’é anche il neo prefetto de L’Aquila, Giovanna Iurato, fino a pochi giorni fa dirigente dell’ufficio del Viminale che si occupa di logistica. Iurato, il cui nome è tra quelli che figurano nella “lista Anemone”, dovrebbe arrivare in Procura nel primo pomeriggio.
L’ipotesi investigativa è che alcuni appalti per migliorare la sicurezza a Napoli (costruzioni di caserme, realizzazione di impianti per la videosorveglianza, trasferimento del Cen dalla caserma di via Conte della Cerra a quella dismessa di Capodimonte) siano stati aggiudicati in maniera illecita.
L’appalto per il Cen, per un ammontare di circa 37 milioni di euro, fu aggiudicato ad un consorzio temporaneo di imprese guidato da Elsag Datamat, società del gruppo Finmeccanica, ma non fu attuato. Le sedi di Elsag e di altre società del gruppo sono state perquisite dalla Dia lo scorso 21 aprile; in quella circostanza sono stati sequestrati documenti definiti dagli investigatori di estremo interesse; proprio attraverso quei documenti i magistrati sono risaliti a Giovanna Iurato, il cui marito è un dirigente della Elsag.
I dati relativi ad alcuni degli indagati, tra cui il manager Francesco Subbioni, furono copiati illecitamente, secondo l’accusa, dal sostituto commissario Giuseppe Savarese quando questi era in servizio alla Dia, forse per farne merce di scambio. La fuga di notizie, secondo i pm, ha danneggiato l’inchiesta. Per quella vicenda, Savarese è ora a giudizio.