Caserta – Il recupero delle tradizioni messe a sistema per la città del futuro: è questa l’estrema sintesi della tavola rotonda sul problema seta di San Leucio organizzata dall’associazione del Pd Rifare l’Italia che si è svolta ieri pomeriggio all’hotel Europa e che ha riscosso un enorme successo di pubblico, segno della grande attenzione che Caserta ha verso questo comparto. Parti sociali, dirigenti di partito, imprese, semplici cittadini: tutti proprio tutti vogliono chiarimenti sul futuro della seta.
L’incontro ha visto una discussione operativa che ha messo al centro il ruolo delle imprese e quello della pubblica amministrazione in un progetto che deve necessariamente preservare la produzione simbolo della città di Caserta.
«Ringraziamo, in tal senso, l’impegno assunto dalla senatrice Rosaria Capacchione e dalla senatrice Camilla Fabbri che si sono dette pronte ad affiancarci nella nostra battaglia per la valorizzazione dell’area – ha sottolineato il capogruppo del Pd al Comune di Caserta Franco De Michele – preziosissimi i suggerimenti che sono arrivati dalla senatrice Fabbri sulla costituzione della rete d’impresa, dal momento che ci ha illustrato un percorso grazie al quale si superano i limiti del consorzio che, sul nostro territorio non ha funzionato, e, nel contempo, si tengono assieme le piccole realtà produttive in un ragionamento che, necessariamente, per essere competitivi rispetto alle logiche del mercato, non può vederle da sole. Formazione professionale, servizi, sono tutti punti che si possono sviluppare attraverso questa idea».
Le valutazioni espresse nel corso della serata sono state particolarmente apprezzate dal pubblico altamente qualificato in cui spiccavano imprenditori come Carlo Cicala, già presidente di Confidustria Caserta, Gianluigi Traettino, i sindacati con Crisci, Bernabei e Papadimitra.
«Il prossimo Puc non può non tener conto delle istanze del tessuto produttivo della città che, necessariamente, deve partire dalla piccola impresa – ha specificato – è indispensabile che nel piano urbanistico, si trovi un ruolo per il Belvedere di San Leucio in questo ragionamento, oltre ad uno spazio dove poter salvaguardare la produzione della seta, brand mondiale della nostra città. Solo in questa maniera riusciremo a salvare la manodopera specializzata presente sul nostro territorio che è la più qualificata presente in questo settore».