Casapesenna – Don Michele Barone, sacerdote del Tempio “Mia Madonna e Mia Salvezza” di Casapesenna (Caserta), giornalista per le testate Miracoli e Top, nonché “opinion leader” su temi religiosi per la rete televisiva Mediaset, testimonia per i suoi fedeli il primo incontro con Papa Francesco, in onore del secondo anniversario dall’elezione al soglio pontificio.
Al tempo dell’episodio, Bergoglio era ancora conosciuto come il vescovo di Buenos Aires e Don Michele era un giovane sacerdote della comunità della Piccola Casetta di Nazareth. L’incontro a Roma avvenne in un modo del tutto casuale, ma è rimasto indelebile nella sua memoria.
Venerdì 13 marzo, inoltre, Don Michele svolgerà la funzione di inviato speciale in piazza San Pietro per la trasmissione televisiva di Barbara D’Urso, Pomeriggio 5. Tratterà accuratamente l’argomento anche attraverso testimonianze dirette di alcuni pellegrini giunti al Vaticano per l’occasione.
Ecco la testimonianza di Don Michele:
Non potrò mai più dimenticare il mio primo incontro con Jorge Mario Bergoglio: era il 20 febbraio 2001, giorno del mio compleanno. Mi trovavo a Roma quella sera, perché il giorno seguente 21, l’arcivescovo Crescenzio Sepe, originario della mia diocesi di Aversa, sarebbe stato creato cardinale da San Giovanni Paolo II. Passeggiavo sotto il colonnato di San Pietro insieme ad un confratello, e vidi da lontano, dal lato opposto che sopraggiungeva un prete con l’abito talare semplice, e un altro con il clergyman (camicia, pantalone e giacca).
Mentre ci avvicinavamo, il mio confratello mi disse: “Quello in abito talare è il vescovo di Buenos Aires che domani diventerà cardinale insieme con Sepe”. Subito allora gli risposi: “Avviciniamoci e salutiamolo”. Con un po’ di esitazione e tremore, mi avvicinai esclamando: “Buonasera! Non so se chiamarla eccellenza o eminenza”. Questo perchè nella sfera ecclesiastica, il vescovo possiede il titolo di eccellenza, mentre il cardinale quello di eminenza, ma lui mi rispose: “Buonasera, non si preoccupi mi chiami Padre”.
Udendo queste parole, rimasi meravigliato per la semplicità e la confidenza, che mi aveva concesso, così subito gli dissi: “Padre, le chiedo scusa, se l’ho fermata, ma volevo domandarle una cosa: visto che oggi è il mio compleanno, potrebbe donarmi la sua benedizione e ricordarmi in una preghiera?”. Prontamente mi rispose: “Auguri! Certo, pregherò per lei, e con gioia le dono la benedizione del Signore!”. Chinai il capo, mi benedisse e subito dopo esclamò: “Adesso la dia lei a me!”. Rimasi colpito profondamente per tale richiesta. Non mi era mai capitato prima di allora, che un vescovo mi avesse chiesto la benedizione, non avevo neanche compiuto un anno di sacerdozio (ero stato ordinato il 14 maggio 2000) ma per ubbidienza feci lo stesso.
Così scambiammo due parole e gli raccontai, che eravamo due figli, io sacerdote e mia sorella suora della stessa comunità: “La Piccola Casetta di Nazareth”. Gli dissi anche che da un paio d’anni svolgevo il mio ministero in un carcere, e lui mi rispose: “Bravo. Non dimenticarti mai che in questi fratelli, Gesù è presente in modo particolare. Sii fedele e vedrai come il tuo sacerdozio brillerà per il Signore”.
Anche se sono passati 14 anni non ho mai dimenticato questo primo incontro! Se ne sono susseguiti altri e ci siamo rivisti un paio di volte in Vaticano, una volta presso la Casa internazionale del Clero in via della Scrofa a Roma e l’ultima volta da cardinale, prima della Santa Messa di apertura del conclave.
Quando Papa Francesco per la prima volta si è presentato al mondo con quel suo semplice “buonasera”, e dopo aver pronunciato le parole: “Sapete che il dovere del Conclave è di dare un Vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli cardinali sono andati a prenderlo quasi alla fine del mondo. Ma siamo qui… Vi ringrazio dell’accoglienza, alla comunità diocesana di Roma, al suo Vescovo, grazie. E prima di tutto vorrei fare una preghiera per il nostro Vescovo emerito Benedetto XVI. Preghiamo tutti insieme per lui, perché il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca”.
Poi dopo essersi inchinato ha detto ai presenti: “Adesso vorrei dare la benedizione, ma prima vi chiedo un favore. Prima che il Vescovo benedica il popolo io vi chiedo che voi pregate il Signore perchè mi benedica: la preghiera del popolo chiedendo la benedizione per il suo Vescovo. Facciamo in silenzio questa preghiera di voi su di me”.
Dopo queste parole è riaffiorato alla mia mente il nostro primo incontro, che mi aveva edificato attraverso la sua profonda umiltà. Quell’incontro straordinario rimarrà indelebile nella mia vita! Si! Padre Bergoglio è rimasto umile e semplice proprio come il Santo, dal quale ha preso il Suo nome: Francesco! Quando ho incontrato Bergoglio da Papa e gli ho raccontato il nostro primo incontro, ad una prima esitazione, ha poi annuito con un si, dicendomi che si ricordava di quell’incontro semplice avvenuto la sera prima di diventare cardinale.