Lahore – Rivendicati da Jamaat-ul-Ahrar, gruppo integralista legato ai talebani, gli attentati compiuti contro due chiese di Lahore, in Pakistan, che hanno provocato la morte di 15 persone, mentre altre 78 sono rimaste ferite.
Due attentati esplosivi, avvenuti a pochi minuti di distanza. Uno ha colpito una chiesa cattolica mentre si celebrava la messa, l’altro una chiesa protestante. I due edifici di culto distano pochi metri l’uno dall’altro.
Secondo un testimone, Amir Masih, l’intervento di un agente delle forze di sicurezza subito dopo la prima esplosione ha evitato che l’attacco avesse conseguenze più gravi. L’agente ha infatti immobilizzato un uomo che voleva entrare in chiesa e che dopo aver tentato inutilmente di divincolarsi si è fatto esplodere.
L’emittente locale Geo Tv ha riferito che due persone, sospettate di essere coinvolte nell’attacco, sono state linciate dalla folla, torturate e poi bruciate vive.
Contro le violenze ieri si è levata la voce di Papa Francesco: “Mentre assicuro la mia preghiera per le vittime e le loro famiglie – ha detto il Pontefice durante l’Angelus – chiedo il dono della pace e la concordia per quel paese e che questa persecuzione contro i cristiani, che il mondo cerca di nascondere, finisca e ci sia la pace”.
Sono quattro milioni i cristiani in Pakistan, dove il 97% dei 180 milioni di abitanti è musulmano. Un dato numerico secondo solo all’Indonesia. Tra i musulmani c’è un 20% di sciiti che sono vittime di attacchi ma sempre più spesso nel mirino c’è la minoranza cristiana con attentati, persecuzioni e accuse di blasfemie.