Napoli – Tra crisi e polemiche il crollo del Napoli di Benitez diventa inarrestabile e, invece di fare il “mea culpa”, accusa l’arbitro Calvarese di “aver falsato il campionato” e urla allo scandalo.
In realtà sono gli azzurri che non sanno più vincere in campionato. Al San Paolo, contro l’Atalanta di Reja, costretta in dieci, pareggiano solo all’89’, poi l’espulsione finale del tecnico spagnolo e il secondo posto che si allontana.
I numeri sono impietosi per la squadra di De Laurentiis. Nelle ultime sei partite di campionato ha perso quattro volte, pareggiato due volte in casa con Inter ed Atalanta e vinto soltanto con il Sassuolo in casa.
Una marcia da retrocessione, altro che Champions League. Il distacco dalle romane si fa ora più consistente (-6 dalla Roma, -5 dalla Lazio) ed i sogni di qualificazione per la Champions League cominciano a traballare seriamente.
Gli azzurri pareggiano con l’Atalanta trovando il gol solo ad una manciata di secondi dalla fine con Zapata, tardivamente inserito in campo da Benitez. L’Atalanta aveva trovato la rete del vantaggio a metà della ripresa con Pinilla, pur giocando in dieci uomini per quasi tutto il secondo tempo per l’espulsione di Gomez.
Ma Reja dà scacco matto a Benitez mortificandolo sul piano tattico. Il resto lo fa la clamorosa debolezza della retroguardia azzurra che combina il solito pasticcio, favorendo il gol di Pinilla. Il Napoli protesta con l’arbitro Calvarese per un presunto fallo di Pinilla su Henrique in occasione del gol, ma la verità è che il Napoli non è mai realmente padrone della situazione. Reja si gioca la partita adattando la sua squadra alle caratteristiche dell’avversario.
L’Atalanta si dispone così con un 4-2-3-1, speculare a quello del Napoli, ma interpretato dai protagonisti nerazzurri in maniera più elastica e concreta. Quando la palla è in loro possesso i lombardi attaccano con questo schieramento tattico, ma quando è il Napoli a gestire il possesso della sfera, Zappacosta, Moralez e Gomez ripiegano per diventare centrocampisti a tutti gli effetti. Sull’altro fronte, invece, De Guzman e soprattutto Gabbiadini stazionano in maniera permanente ai limiti dell’area di rigore avversaria.
Il risultato è che Inler e Lopez rimangono presi in mezzo ad un numero decisamente superiore di avversari ed hanno grandi difficoltà ad organizzare la manovra della loro squadra. Benitez non effettua cambi, nonostante la superiorità numerica.
Higuain fallisce qualche gol, il Napoli colpisce anche un palo con De Guzman, ma complessivamente l’Atalanta si difende con ordine e quando serve Sportiello fa il resto. Poi i due gol che arrivano a sancire il pareggio finale. Per i partenopei è una battuta d’arresto gravissima, per l’Atalanta una salutare boccata d’ossigeno.
La partita è iniziata con un minuto di raccoglimento per ricordare Pasquale D’Angelo, tifoso azzurro scomparso a Mosca due giorni fa. La curva B a lutto. La parte centrale del settore è stata lasciata completamente vuota per l’omaggio allo storico capo tifoso della curva B del Napoli, stroncato a Mosca da un malore durante il match di Europa League che in settimana ha visto il suo Napoli opposto alla Dinamo Mosca. D’Angelo aveva 54 anni. Alla famiglia del tifoso è arrivato anche il messaggio di cordoglio di Maradona.
Proteste durissime, dicevamo, contro l’arbitro per il gol del vantaggio dei lombardi e per il recupero che di fatto non si è giocato. “Vergogna! Tavecchio non può perdere in questo modo la sua credibilità. Un arbitraggio non da Serie A che falsa il campionato”: questo il testo di due tweet sul profilo del Napoli.
“Evidentemente ci vogliono otto arbitri, uno per ogni angolo. Non ho mai visto cose così in seicento partite da professionista. Vuol dire che devo dire alla squadra di dare di più per non dipendere da uno o due episodi”. Rafa Benitez è livido in volto e attacca il direttore di gara nel dopo partita di Napoli-Atalanta. “Dopo l’espulsione avevamo la partita in pieno controllo e cercavamo il gol – spiega – ma poi è arrivato questo episodio dopo 12’ di superiorità numerica e ha permesso all’Atalanta di chiudersi in difesa ancora meglio e per noi è stata durissima”.
Benitez ha ricordato che “prima dell’espulsione avevamo avuto otto occasioni da rete e anche dopo il loro gol abbiamo avuto quattro occasioni nette per fare gol. Certo questo significa anche che dobbiamo migliorare. Stanchezza? Non credo, gli errori sotto porta dipendono più che altro da scarsa precisione e ansia”.
Il tecnico spagnolo risponde alle critiche sul gioco del Napoli: “Con l’Inter e nelle due gare contro la Dinamo – spiega – abbiamo fatto bene. Questa partita era sotto controllo, non l’abbiamo giocata in modo spettacolare, è vero, ma potevamo vincere”.
Ultimo passaggio sulla fatica di giocare su tre fronti: “Mancano dieci partite di campionato – dice Benitez – e proviamo a fare il meglio continuando su tre fronti. Non è facile sfruttare tutta la rosa, soprattutto che abbiamo qualche infortunio come ora. Per me era fondamentale vincere questa partita e arrivare alla sosta per ricaricare le batterie. Dire `questa competizione non mi interessa´ non è una cosa che so fare”.
Edy Reja scherza sulle polemiche a fine gara: “Mica credevo di creare sto macello”, dice sorridendo con alcuni giornalisti in sala stampa a microfoni spenti. Poi in conferenza stampa spiega: “Ho sentito parecchie lamentele – dice – forse anche a ragione ma io non ci posso fare niente se l’arbitro non ha visto. Meno male che Pinilla l’ha messa dentro. Non pensavo di creare un tumulto”. Al di là delle polemiche arbitrali, Reja ricorda che “il Napoli ha avuto oltre mezz’ora in superiorità numerica per concretizzare e non è riuscito, evidentemente anche per meriti dell’Atalanta. Abbiamo cercato di attaccare il Napoli, abbiamo creato delle occasioni Non dico che meritavamo di vincere, il pari va bene, anche se con tre punti oggi ci saremmo potuti considerare quasi salvi”.