Scandalo a cimitero Poggioreale, profanavano tombe per costruire nuovi loculi

di Redazione

 NAPOLI. Costruivano abusivamente nuove tombe in aree periferiche e semi abbandonate del cimitero di Poggioreale, a Napoli, talvolta anche profanando le cappelle meno frequentate, per vendere i nuovi loculi a decine di migliaia di euro.

A scoprire la truffa ai danni del Comune di Napoli sono stati i carabinieri nel corso di indagini condotte nel cimitero più grande della città e scattate dopo le denunce di una decina di vittime, alcune delle quali minacciate dai malviventi per ottenere il loro silenzio. Una persona è stata segnalata alla Procura della Repubblica partenopea: l’ipotesi di reato nei suoi confronti è truffa ai danni del Comune di Napoli.

Secondo quanto accertato dai militari dell’Arma della compagnia Poggioreale, guidati dal capitano Massimo Ribaudo, la banda agiva in violazione di tutte le norme vigenti e negli ipogei più periferici del camposanto. Spostavano scale in muratura e loculi abbandonati per costruirne di nuovi, anche profanando le bare interrate. I resti dei defunti venivano trasferiti altrove e sui nuovi spazi sorgevano nicchie e loculi che la banda provvedeva a vendere per cifre oscillanti tra i 10 e i 50 mila euro. Sono una decina le denunce finora presentate ai carabinieri e sulle quali sono in corso ulteriori approfondimenti da parte dei militari. Dell’apertura di una inchiesta, dopo una denuncia di una famiglia che aveva trovato all’interno della propria cappella attrezzi e materiali da costruzione introdotti da estranei, ha riferito il quotidiano Il Mattino.

La notizia non ha meravigliato Andrea Santoro, consigliere Pdl e presidente della Commissione comunale di indagine sui cimiteri della città. “Due anni fa realizzai un dossier sui furti, la compravendita illegale di loculi comunali e il pericolo di appropriazione indebita dei manufatti più antichi presenti nei cimiteri della città – dice Santoro – documenti acquisiti anche dai carabinieri e mai finiti, però, in Consiglio comunale per un dibattito più ampio”. Santoro individua nella mancata informatizzazione dell’anagrafe sulle strutture cimiteriali la causa principale di quanto sta accadendo: “Chiunque può presentarsi negli uffici preposti con un’autocertificazione di concessione e procedere, quasi senza ostacoli, alla ristrutturazione di cappelle e loculi”.

Un vero e proprio lasciapassare per chi vuole moltiplicare abusivamente tombe e realizzarne illegalmente altre in aree semi abbandonate. “In sostanza – sottolinea Santoro – il Comune non può effettuare nessun controllo sulle concessioni”. “Ultimo baluardo contro la proliferazione di questi illeciti – evidenzia – è l’attività svolta dall’esiguo gruppo di polizia cimiteriale guidato dal tenente Carmine Lepre, grazie al quale, per esempio, si è potuto sapere dei furti e devastazioni nelle tombe di personaggi celebri, come quello del busto nella cappella di Libero Bovio“. “Nulla di nuovo sotto il sole – conclude Santoro – in questi anni non è cambiato niente”.

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