Tunisi – Con lo slogan ufficiale “Le monde est Bardo”, la Tunisia ha marciato contro il terrorismo a 11 giorni dall’attacco al museo del Bardo, dove sono morte 22 persone, contando anche la turista francese deceduta sabato all’ospedale.
Annunciata domenica scorsa dal presidente tunisino Essebsi, la manifestazione si è ispirata quella di Parigi dell’11 gennaio dopo gli attacchi cominciati con l’assalto a Charlie Hebdo. Migliaia di tunisini – 70mila secondo fonti della polizia – si sono radunati a Bab Saadoun, la piazza da dove è partita la marcia.
Al corteo, che si è concluso proprio davanti al museo, oltre ai cittadini hanno partecipato anche diverse autorità internazionali, capi di Stato e di governo di varie parti del mondo. Fra loro, in rappresentanza dell’Italia, il premier Matteo Renzi, la presidente della Camera Laura Boldrini e una delegazione della Commissione esteri della Camera presieduta da Fabrizio Cicchitto. “Siamo qui per dire che noi non la diamo vinta ai terroristi”, ha detto il premier italiano prima di entrare nel museo luogo dell’attentato. L’attentato è “una ferita terribile, che squarcia la storia anche di alcune famiglie italiane”. Fra i cartelli tenuti dai manifestanti con i nomi delle vittime, anche quelli degli italiani: “Je suis Orazio”, “Je suis Giuseppina”.
Per la Tunisia c’erano il presidente Beji Caid Essebsi e il premier Habib Essid ma anche il partito Ennahda, oggi al governo con Nidaa Tounes, nonostante sia accusato da alcuni di avere avuto legami con l’estremismo islamico. Per la Francia è arrivato François Hollande e il premier Manuel Valls. Dalla Polonia il presidente Bronislaw Komorowski, il presidente palestinese Mahmoud Abbas e i ministri degli Esteri di Germania e Spagna, Frank Walter Steinmeier e José Garcia Margallo. E ancora il premier algerino Abdelmalek Sellal.
E in contemporanea all’avvio della marcia, il premier Essid ha annunciato che le forze di sicurezza tunisine hanno ucciso il leader del gruppo terrorista cui faceva capo la cellula degli attentatori. Si tratta di Khaled Chaib, conosciuto anche come Lokman Abou Sakher. Quest’ultimo era leader del gruppo terrorista locale Ukba Ibn Nafi la cui roccaforte è nelle montagne Chaambi al confine con l’Algeria. Il premier ha spiegato che Chaib è stato ucciso ieri sera insieme ad altri 8 miliziani in un raid nella regione di Gafsa.