Appalti e camorra, sei condanne per “Normandia 2”

di Redazione

Casal di Principe – Arrivano le condanne, e gli arresti, nell’ambito del processo “Normandia 2” riguardante la collusione tra politici e le fazioni Schiavone e Iovine del clan dei casalesi nella gestione degli appalti pubblici.

Nel pomeriggio del 31 marzo gli agenti della squadra mobile di Caserta hanno eseguito sei ordinanze di arresto, emesse dalla Procura della Corte d’Appello di Napoli, a carico di sei persone. Si tratta di Lorenzo Arrichiello, 60 anni, di Casal di Principe, suocero di Nicola Schiavone, figlio del capocosca Francesco detto “Sandokan”, che deve espiare la pena di due anni di reclusione per intestazione fittizia di beni con l’aggravante mafioso; Giacomo Caterino, 44 anni, di San Ciprano, ex consigliere provinciale, cugino del boss Antonio Iovine, oggi pentito, anch’egli con due anni di pena da espiare per turbata libertà degli incanti aggravata; Luigi Ferraro, 51 anni, di Casal di Principe, fratello dell’imprenditore dei rifiuti ed ex consigliere regionale Nicola Ferraro (anche quest’ultimo coinvolto in procedimenti giudiziari su camorra e politica), che deve espiare undici mesi per associazione mafiosa; Bernardino Noviello, 40 anni, di San Cipriano, con un anno e otto mesi da espiare per turbata libertà degli incanti aggravata; Luigi Schiavone, 67 anni, di Casal di Principe, con tre anni di pena definitiva da espiare per turbata libertà degli incanti aggravata; e Tullio Iorio, 41 anni, di Casal di Principe, con due anni e tre mesi da espiare per intestazione fittizia di beni aggravata.

I provvedimenti sono stati notificati nelle carceri dove i condannati sono già reclusi, ad eccezione di Arrichiello e Iorio che si sono costituiti rispettivamente al carcere di Lanciano e a quello di Santa Maria Capua Vetere. Figura di spicco, secondo gli investigatori, sono da considerarsi Arrichiello e Caterino.

Gli arrestati erano stati coinvolti in indagini coordinate dalla Procura Antimafia di Napoli sfociate nell’operazione “Normandia 2” che, nel luglio 2010, aveva portato all’esecuzione di 17 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di esponenti di spicco del clan dei casalesi, in particolare delle fazioni Schiavone e Iovine, nonché di imprenditori, pubblici amministratori e politici, in relazione ai reati di associazione mafiosa, turbativa d’asta, abuso di ufficio, truffa, riciclaggio ed altro, delitti aggravati dalla metodologia mafiosa e dal fine di agevolare l’organizzazione camorristica.

Le indagini avevano svelato un diffuso sistema di appalti truccati attraverso il quale il clan favoriva l’aggiudicazione di gare ad imprenditori contigui all’organizzazione, tra i quali Luigi Schiavone, legato da vincoli di parentela a “Sandokan”, e Bernardino Noviello, grazie alla complicità di pubblici funzionari e politici.

Destinatari delle misure cautelari risultavano, oltre ai capi dell’organizzazione, quali Nicola Schiavone, e Antonio Iovine, allora latitante, anche Nicola Ferraro e il fratello Luigi. Questi ultimi erano accusati di essersi accordati con i reggenti del clan, ricevendo sostegno elettorale in cambio della loro intercessione per agevolare l’aggiudicazione di appalti ad imprese contigue all’organizzazione camorristica, mediando con quegli esponenti degli enti locali sui quali il consigleire regionale aveva influenza.

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