Napoli – Un maestro elementare romagnolo, dal carattere libertario e antinterventista, si ritrova scaraventato in un avamposto della Valtellina. C’è la grande guerra in corso e gli Alpini sono in prima linea a fronteggiare gli austriaci. Si muore tra le montagne ma la goliardia di un gruppo di giovani soldati aiuta a superare le difficoltà, la fame, il freddo e soprattutto la paura.
“Soldato semplice, un patacca al fronte” è un film che lega racconti di nonni combattenti e apre uno spaccato su una guerra poco esplorata dal cinema. Paolo Cevoli abbandona i panni del cabarettista di successo e si cimenta dietro e davanti alla macchina da presa, per raccontare la vita di un ragazzo, come suo nonno omonimo.
Il film, girato in 5 settimane tra Bormio, Riccione e Capri, esce in cento sale cinematrografiche. Da regista e da attore, Cevoli ha voluto esaltare gli accenti differenti dei suoi personaggi per descrivere l’intreccio di tipicità e differenze dell’Italia in guerra. E ha scelto come protagonista un 17enne di Capri, Aniello Pasquale, che lo condurrà nella sua isola a fine guerra. Antonio Salvatore, dal set duro di “Gomorra”, passa sul fronte opposto, dalla parte dei buoni, indossando i panni di un giovanissimo soldato che si lega profondamente al caporale-maestro.
“E’ stato come vivere in famiglia a 2.500 metri di altezza – racconta Cevoli – e la bellezza di questa esperienza è stata proprio nel legame che si è creato tra attori, proprio come nel film. Immagino che anche i soldati del 1917, che sapevano di poter morire in ogni istante, trovassero coraggio nello stare assieme al di là delle differenze”.