“Ci devo pensare”, l’esordio di Albanese con Made in Sud e The Jackal

di Redazione

Arriva al cinema senza dubbi ‘Ci devo pensare’, una piccola commedia girata interamente tra Napoli e Riardo, in Campania. Una sceneggiatura divertente, un cast artistico bizzarro e ben amalgamato sono gli elementi caratterizzanti di questa opera prima di un giovane regista e sceneggiatore, Francesco Albanese, dalla lunga esperienza televisiva e teatrale. Nel cast lo stesso Francesco Albanese, Barbara Tabita, Shalana Santana, Alessandro Bolide, Ciro Priello (protagonista della web serie ‘The Jackal’) e Mariano Bruno.

Nel film, distribuito da Notorious dal 9 aprile, Davide ha poco più di trent’anni, è napoletano, lavora come precario in un mobilificio ed è fidanzato con Alessia. Davide e Alessia vanno all’ennesimo matrimonio di amici ed Alessia, che aspetta ormai da tempo il “suo” di matrimonio, finisce sempre con il tornare a casa di pessimo umore infatti, appena tornati nell’appartamento di Alessia, inizia la solita discussione, Alessia lo lascia e, soprattutto, lo sbatte fuori di casa. Davide va da Stefano, un suo amico che ha un ‘bed and breakfast’ ma Stefano non ha posto, e per una sola notte, lo ospita in uno sgabuzzino. Davide, messo alle strette, prova a tornare a casa dei suoi, ma i genitori non fanno che litigare e lui, come aveva già fatto tanti anni prima, se ne va in piena notte.

Un giorno come tanti, Davide e il suo collega Mimmo devono chiudere il mobilificio e per un equivoco Davide resta chiuso all’interno, trascorrendo la notte nel mobilificio. Davide viene così folgorato da un’idea: non solo quella è una “casa” perfetta ma, addirittura, con la complicità dei suoi amici riesce a trasformare il mobilificio in un albergo dove si susseguono gruppi di cinesi, ucraini, jamaicani etc. Una sera Davide conosce Sole, una splendida ragazza sudamericana che canta in un locale. Per fare colpo sulla ragazza, le racconta di essere uno scrittore metropolitano e per non far scoprire la menzogna è costretto a dirne un’altra e un’altra ancora, fino a costruire un castello di bugie.

Tra i due nasce una simpatia, che presto si trasforma in amore e Davide, spesso sul punto di confessare, rimanda continuamente per paura di perderla. Quando tutto sembra aver trovato un equilibrio, il castello di bugie crolla e tutto accade molto rapidamente. Davide viene licenziato in tronco e in un solo colpo perde il lavoro, la dignità e, soprattutto Sole, ma quando tutto sembra finito, il ragazzo si oppone a “un destino già scritto” e la sua vita cambia per sempre.

“Ci devo pensare – afferma il regista – è una commedia ambientata a Napoli che vede come protagonista Davide, un ragazzo che si scontra con le scelte e le indecisioni che molti giovani affrontano quotidianamente, sia nel lavoro che nella vita privata. Questa è una realtà girata nel territorio campano, ma che può essere trasportata facilmente in altre parti del mondo”.

“Dagli scontri che il protagonista vive – continua Francesco Albanese -, si generano situazioni divertenti, paradossali che, proprio per la loro eccezionalità, offrono un modo diverso di leggere il presente e, magari, di ‘immaginare il futuro’. Con questo film voglio far divertire il pubblico attraverso l’originalità dei personaggi, rovesciando in senso comico le difficoltà e le varie situazioni che il protagonista incontra nel suo percorso, e soprattutto, raccontando la storia di un ragazzo e una ragazza che si incontrano, si innamorano e devono inventarsi un modo di stare insieme”.

“Ho voluto, inoltre – conclude il regista -, mettere in risalto l’arte di arrangiarsi, che generalmente potrebbe essere percepita come un difetto, ma in un momento di crisi, sia sentimentale che sociale, può trasformarsi in un vero e proprio pregio”.

La “Direzione artistica” del film è affidata a Mimmo Esposito: “l’intenzione era quella di fare un lavoro di squadra come oramai è nello stile della Run film. Quando Francesco Albanese e i fratelli Cannavale mi hanno chiesto di affiancarli in questo progetto ho accettato molto volentieri, perchè, conoscendoli, sapevo che sarebbe stato divertente e costruttivo lavorare con dei ragazzi disposti al confronto. Abbiamo parlato molto, prima di cominciare le riprese, ed eravamo tutti d’accordo sul dare al film un’impronta che fosse lontana dagli stereotipi e, senza minimamente tradire le aspettative del pubblico di Francesco, che da lui si aspetta una commedia divertente, avesse una sua delicatezza dettata dallo stile recitativo e dalla scelta dei luoghi.

Ampio spazio abbiamo dato alla creatività dei nostri giovani collaboratori e agli attori, fino al punto da trovarci spesso ad improvvisare scene ed ambientazioni. Tutto questo ci ha permesso di realizzare un film onesto, fatto con grande entusiasmo e passione, che di sicuro, divertirà molto il pubblico e, perchè no, qualche volta gli farà anche battere il cuore”.

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