Guerrina Piscaglia è morta. Arrestato frate Alabi

di Emma Zampella

Arezzo – C’è la svolte nel giallo nella vicenda di Guerrina Piscaglia, la donna scomparsa a Cà Raffaello circa un anno fa. È stato arrestato, nella giornata di giovedì, padre Gratien Alabi, il frate già coinvolto nelle indagini.L’accusa nei suoi confronti è di omicidio e di occultamento di cadavere.In precedenza padre Gratien era accusato di favoreggiamento.

Prima di scomparire, il primo maggio 2014, dalla frazione di Badia Prataglia, nell’Aretino, Guerrina avrebbe confessato a padre Gratien Alabi di essere incinta, dicendo al frate che proprio lui era il padre del bimbo. Il religioso si era però difeso asserendo di non aver avuto mai rapporti sessuali con la donna. Le indagini, andate avanti per un anno, hanno dimostrato però che in realtà il religioso aveva una condotta di vita e morale alquanto particolarea

Dalle testimonianze raccolte in quasi un anno di indagini, il congolese si è rivelato essere un parroco “col vizietto”. Appartenente alla congregazione africana cattolica, doveva essere trasferito, nel novembre scorso, nella diocesi di Saint Cloud in Francia ma, in seguito alle indagini, ebbe l’ordine di non lasciare il territorio italiano.

Gli inquirenti hanno constatato che possedeva nel suo computer foto pornografiche di suore senza veli. Inoltre, il congolese era solito chattare con alcune suore con cui condivideva piaceri particolari. La Curia aretina ha cercato in ogni modo di mettere a tacere lo scandalo ma padre Gratien è ora sulla bocca di tutti. Bereta Cogljataru, una 22enne romena, aveva raccontato di aver intrattenuto più di un rapporto sessuale col parroco. In una prima versione, la nomade diceva d’aver fatto sesso per soldi, davanti al Gip invece aveva dichiarato: “Ci sono andata perché ero innamorata. Mi piaceva. Ora no. Ero innamorata e anche gelosa. Ho fatto sesso con padre Graziano un solo giorno, due volte, a fine dicembre a casa sua”.

Una testimonianza fondamentale quella della giovane donna per delineare il comportamento di un frate amante delle donne. Forse anche la povera Guerrina Piscaglia, innamorata di quel parroco “con degli occhioni bellissimi”, non aveva saputo resistere alla tentazione di lasciarsi andare tra le braccia dell’uomo di fede. Resta però ancora da capire dove sia nascosto il corpo della vittima.

La misura di custodia cautelare emessa nei confronti del sacerdote congolese dal giudice, che ha contestualmente revocato quella cautelare coercitiva del “divieto di espatrio” per il reato di “favoreggiamento personale”, era stata richiesta il 23 febbraio 2015 dal procuratore della repubblica di arezzo, Roberto Rossi, e dal sostituto procuratore della repubblica Marco Dioni, ritenendo sussistenti le esigenze cautelari, il pericolo di fuga dell’indagato e di inquinamento probatorio, in relazione alla notevole gravità dei fatti, reato per cui si procede, all’esito delle complessive risultanze dell’attività investigativa, coordinata dalla procura della repubblica di Arezzo e sviluppata ininterrottamente dal nucleo operativo e radiomobile della compagnia carabinieri di Arezzo, delegato allo svolgimento delle indagini, congiuntamente alle stazioni carabinieri di Badia Tedalda e Sestino, competenti territorialmente, con il supporto del nucleo investigativo del comando provinciale carabinieri di Arezzo. I carabinieri, su espressa disposizione dell’autorità giudiziaria, espletate le formalità di rito, trasferiranno l’arrestato nel carcere di Arezzo.

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