Nasce BirTa, la birra del Taburno, la prima artigianale realizzata con la filiera corta e aromatizzata alla mela annurca: dalla produzione dell’orzo e del luppolo, che in alcune zone del territorio regionale cresce spontaneamente, fino alla trasformazione in birra. Anche l’acqua utilizzata arriva direttamente dalle sorgenti del Monte Taburno.
La birra sarà stagionata in botti utilizzate per l’affinamento del vino aglianico docg e inoltre verrà utilizzata anche essenza della mela annurca dop, altro prodotto tipico del territorio per dare un sapore caratteristico e unico.
Per il progetto BirTa, quattro diverse tipologie di birra alla mela annurca sono state sviluppate impiegando malto base Pilsner. I partner del progetto BirTa sono 6 imprese agricole del territori di Frasso Telesino, Dugenta e Sant’Agata dei Goti che hanno destinato parte dei propri terreni alla coltivazione dell’orzo e del luppolo, per complessivi sei ettari.
“Con BirTa si fa innovazione sia per il prodotto che per l’organizzazione del lavoro – afferma Mario Grasso, direttore della Cia Campania – si produce con la filiera corta che riduce i passaggi e crea economia di scala. In questo modo si aumenta il valore aggiunto alle imprese agricole. Abbiamo lavorato per raggiungere una organizzazione che riesca a evitare troppi passaggi di mano. Per fare un esempio il modello organizzativo funziona come se fosse una cantina sociale: viene costituita una cooperativa dove partecipano i produttori che conferiscono il prodotto, c’è poi il trasformatore che lavora il prodotto, la cooperativa si occuperà della vendita e i ricavi verranno divisi.
“Ho scommesso, insieme con altri imprenditori, per realizzare un prodotto eccellente sui nostri terreni – aggiunge Raffaele Amore, presidente della Cia Benevento – con la birra del Taburno abbiamo messo insieme i nostri meleti, le nostri grandi sorgenti, le nostre barriques dove affiniamo i nostri vini ed abbiamo vinto la scommessa”.