Aversa – L’indagine avviata dalla Guardia di Finanza di Caserta su delega della Procura Regionale della Corte dei Conti della Campania (leggi qui), ha evidenziato che a rendere possibile l’indebita sottrazione alla disponibilità dei cittadini aversani di numerose aree standard da destinare a servizi pubblici è stata anche l’inerzia dell’amministrazione comunale.
E’ il caso segnalato cinque anni fa dall’allora consigliere di maggioranza del Nuovo Psi Giovanni Marino. “Se l’amministrazione non interviene un’area standard comunale di circa milleottocento metri quadrati potrebbe diventare proprietà privata per diritto di usucapione”, affermava all’epoca il consigliere, facendo riferimento all’area di viale Europa compresa tra via Torino e via Milano.
Era stata ceduta al comune nel 1992, nell’ambito dell’iter burocratico annesso al rilascio della licenza edilizia a due cooperative. Ristrutturata, energizzata, arredata era stata resa fruibile a tutti diventando una vera oasi verde in una zona periferica della città. Più tardi, però, comparve una recinzione e un cancello che ne vietò l’uso pubblico, come fosse area privata.
“Ma le cose non stanno così”, diceva Marino. “Dagli atti dell’ufficio urbanistico risulta – affermava – che l’area è la somma di due ‘particelle’ catastali, la 334 e la 332, provenienti dalla cessione all’Ente della parte di terreno dovuta per l’ottenimento delle concessioni assegnate nel 1992 cosicché è proprietà comunale”. “Tant’è – aggiungeva Marino – che l’amministrazione l’aveva trasformata in una vera e propria villetta comunale, arredata con panchine e spazio gioco per i bambini”.
Era il 2010 quando Giovanni Marino sollecitava l’intervento dell’assessore al Patrimonio. Ma della segnalazione nessuno sembrava essersi accorto.