AVELLINO.Sei persone sono state arrestate dal comando provinciale della Guardia di Finanza di Avellino nell’ambito di un’inchiesta sull’attività dell’ospedale del capoluogo irpino.
Gli indagati, tra dirigenti, medici e paramedici in servizio nell’Azienda ospedaliera ‘San Giuseppe Moscatì, accusati a vario titolo di truffa, falso, abuso d’ufficio e peculato, sono complessivamente 22. Agli arrestati il gip del Tribunale di Avellino, che ha accolto la richiesta di emissione di ordinanza di custodia cautelare del pm della Procura della Repubblica, ha concesso il beneficio degli arresti domiciliari.
Nel corso delle indagini, i finanzieri hanno rilevato come interventi chirurgici di natura estetica si fossero trasformati, nei documenti, in operazioni dovute a patologie cliniche di maggiore gravità, che, come tali, oggetto di rimborso dal sistema sanitario nazionale. Sono inoltre emerse discordanze sensibili anche tra reale durata e tipologia dei ricoveri rispetto a quanto risulta, invece, dalla documentazione ufficiale. Figura anche il sindaco del Comune di San Leucio del Sannio (Bevenento), Carlo Iannace, tra le sei persone finite agli arresti domiciliari.
L’azienda ospedaliera “San Giuseppe Moscati” è dunque scossa dall’operazione “Welfare”, conclusa dalla Guardia di Finanza di Avellino con l’arresto di sei persone tra dirigenti, medici e paramedici, accusate di peculato, truffa e falso in atto pubblico allo scopo di intascare rimborsi non dovuti dal Ssn e premi incentivanti previsti per la produttività dei rispettivi reparti. Il manager, Giuseppe Rosato, ha detto di “non saperne più di quanto hanno riferito gli organi di informazione” e ha anche aggiunto, in ordine alla materia oggetto delle indagini, “di aver chiesto in passato informazioni e chiarimenti a medici e funzionari senza che emergessero irregolarità operative e contabili”.
In queste ore, Rosato si prepara a sostituire il personale coinvolto nello scandalo che di fatto ha azzerato la piramide operativa e decisionale dell’intero reparto di chirurgia. Le ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari firmati dal gip del Tribunale di Avellino, Giuseppe Riccardi, a conclusione delle indagini cominciate nel 2007, riguardano il numero due dell’Azienda Ospedaliera, il direttore sanitario Vincenzo Castaldo; il responsabile dell’Unità Senologica-Stroke Unit, Carlo Iannace; il primario di chirurgia, Francesco Caracciolo; la direttrice sanitaria di Presidio, Maria Giannitti; il medico-anestesista, Carmelo Natale e il caposala Riccardo De Maio. Altre 22 persone risultano indagate a piede libero.
Dalle testimonianze di centinaia di pazienti e dalla verifica di circa diecimila cartelle cliniche, i militari del Nucleo Operativo delle Fiamme Gialle hanno portato alla luce un collaudato sistema basato sulla complicità di dirigenti, funzionari, medici e paramedici che falsificavano le cartelle cliniche in cui interventi di routine venivano fatti passare come interventi chirurgici complessi, con la conseguente falsificazione della durata dei tempi di degenza.