Il vero successo arriva quando sceglie di non fermarti nonostante le avventure stupende che la vita sceglie di regalarti. E lo sa bene Cesare Cremonini che, dopo aver conquistato critica e pubblico, riparte da “Logico”, l’album che lo ha consacrato nell’ultimo anno nell’olimpo della musica italiana.
Esce “Più che logico live”, un doppio album live che mette un piedino nel futuro con un terzo cd che contiene 4 inediti, che prefigurano quello che potrà essere il prossimo album. Un progetto che si concretezza come un nuovo capitolo nella storia del cantautore bolognese che stupisce il pubblico con 4 inediti. Senza contante le 15 date dal vivo nei palazzetti tra ottobre e novembre.
“Chi fa un disco dal vivo tende a non mettere canzoni importanti o troppo nuove che svelino un futuro. – spiega il cantante – Invece ho voluto dare un pezzo nuovo della mia storia. A un certo punto volevo proprio fare un album di inediti. Non sono rimaneggiamenti, sono canzoni che hanno un obiettivo di trainare un album live ma anche aprire una finestra su quello che posso e voglio fare discograficamente”.
Sugli inediti Cesare ha lavorato a lungo e con meticolosità. “Sapere di fermarsi a quattro canzoni ha portato a un perfezionismo esagerato su questi pezzi – dice -. Scrivere è una cosa antica, però esistono infinite canzoni ancora da ascoltare tale da rendere inutile scriverne di nuove. Ma oggi si può vestire un pezzo con grande libertà perché oggi la tecnologia ci permette di ascoltare cose più nuove”.
Un lavoro discografico che mette insieme il meglio di ciò che Cremonini ha vissuto nell’ultimo anno: è lo stesso cantautore a raccontare le giornate dei concerti, tutta la preparazione, l’emozione sul palco e la fatica che ne consegue una volta che quel sipario è stato chiuso.
Tutte le paure, i nervosismi, gli attimi di attesa e l’energia meravigliosa che si riceve dallo scambio con il pubblico. “Un concerto non sono solo due ore di musica ma è qualcosa che inizia molto prima e finisce molto dopo – afferma Cremonini -. Mi sento con un grande entusiasmo nel cuore. Da un punto di vista live sono quasi un esordiente. Sono 16 anni che ho iniziato a fare il musicista ma dopo i Lunapop la mia strada è ricominciata da capo. Sull’avambraccio ho tatuato Freddie Mercury quindi capite come sia naturale per me essere attratto dall’idea di cavalcare grandi palchi. In questo mestiere la passione è tutto e io ho quella di un ragazzino: quando hai la possibilità di incontrare dal vivo tanta gente ti dà grande energia”.
Per Cesare l’ultimo anno e mezzo è stato magico. Ma oggi in quale momento della sua vita si sente? “Oggi sono dove voglio essere – spiega -. Anche l’età mi permette di fare le cose che voglio fare. C’è un stato un periodo in cui mi rendevo conto di avere un pubblico che mi seguiva ma al quale avevo poco da dire. Oggi siamo perfettamente allineati. Io mi sento un intrattenitore, non solo uno scrittore di canzoni. Non ho preclusioni verso il cinema o la televisione. Mi piace giocare con il mio mestiere. E il mio mestiere è meraviglioso perché concede una grande fortuna: puoi tranquillamente morire, perché ogni canzone nuova, ogni concerto è un’occasione di rinascita”.